«Andatevene in vacanza, noi restiamo qui». L’ultimo atto di guerriglia al senato è stato quello dei 5 stelle ieri contro la sospensione dei lavori dell’aula, dopo il sì al decreto carceri. Incassato il sì ai primi due articoli della riforma costituzionale grazie al ’canguro’ che ha cancellato duemila emendamenti, ieri la maggioranza ha deciso di concedersi una domenica di riposo: anche zittire le opposizioni stanca. Le opposizioni non l’hanno presa bene. Sel ha chiesto di lavorare sul decreto anticorruzione, la Lega di restare al chiodo: «Qui pare si pensi solo ad andar via per andare a fare il weekend. Io non ho voglia di passare come uno che non vuol fare niente», ha attaccato Gian Marco Centinaio. «Io non voglio andare al mare. Mi sono portato il cambio di biancheria. Noi abbiamo cancellato le ferie e voi pensate di andare in spiaggia nel weekend. Vergogna». «Cialtroni», «servi di Renzi»: anche i grillini di Palazzo Madama mantengono alti i decibel mentre il loro leader, dalla Maddalena, chiede il voto anticipato.
E però i giorni del grande vietnam sono finiti. La composizione del senato e la sua non elettività, e cioè i due cardini della legge, sono ormai messi in cassaforte. Intanto le opposizioni si sono ’spacchettate’: 5 stelle e la Lega continuano il loro aventino, Sel invece ha accettato di incontrare la ministra Boschi per vedere se la nuova linea del dialogo corrisponde a un reale cambio di qualche bruttura del testo.
Il voto sulle riforme riprenderà lunedì. E per lunedì, cioè domani, la ministra ha chiesto ai relatori Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega) di ’limare’ alcuni punti chiave, per poter poi sostenere di aver ’aperto’ alle opposizioni. Dopo gli scontri durissimi degli scorsi giorni, servirà un supplemento di faccia di bronzo da parte di tutti. Ma al governo qualche modifica costa poco. Approvato il core business della legge, ora Finocchiaro può dire che ci sono «ancora tante questioni sono aperte, e non di secondaria importanza, mi auguro che su queste, con la buona volontà di tutti, si possa avere un confronto importante e costruttivo per capire se il testo può essere ancora migliorato». Nel concreto i relatori proporranno di abbassare il numero delle firme necessarie al referendum abrogativo (800mila per la nuova legge, Sel chiede che resti alle attuali 500mila). Daranno il via libera all’emendamento Gotor che allarga la platea dei grandi elettori del presidente della Repubblica ai 73 parlamentari. E infine faranno una proposta sull’immunità. E il governo lascerà l’aula libera di decidere. La proposta di Sel è quella di mantenerla solo in versione light, come una «insindacabilità rafforzata», e cioè un meccanismo per consentire al senatore – ma Sel lo propone anche per i deputati – di non essere perseguibile per quello che afferma in aula. Poi c’è la partita dell’Italicum: Sel è drastica sulle soglie di sbarramento, che vuole più basse dell’attuale 4,5 e 8 per cento, ma soprattutto uguali per i partiti coalizzati e non. Ma di questo Berlusconi non vuole sentire parlare. Martedì Renzi lo incontrerà. E dal combinato disposto di quello che uscirà dal senato e da Palazzo Chigi si testerà se il ’dialogo’ era solo un escamotage per riportare un po’ d’ordine nel confronto politico.
Renzi era partito sicuro che la ’resistenza’ dei ribelli del senato gli avrebbe portato nuovi consensi. Ma la boria della maggioranza ha preso il sopravvento, l’opposizione è stata troppo platealmente zittita, e la storia è finita in un danno di immagine (per non parlare di quello alla democrazia e alla Carta). Anche i gesti di bullismo su Sel hanno prodotto un’ondata di disagio nei Pd delle regioni in cui si stanno preparando le elezioni.
Ieri il sondaggista Nando Pagnoncelli sul Corriere della sera ha riferito di una flessione, sebbene lieve, della popolarità del premier. È la prima volta da quel famoso 13 febbraio in cui ha defenestrato Enrico Letta. Una flessione in particolare fra lavoratori autonomi e operai. Proprio mentre il premier deve ammettere alcuni eccessi di ottimismo: i dati sulla crescita sono più bassi del previsto, e il bonus di 80 euro con ogni probabilità non sarà allargato a chi non ne ha avuto diritto. L’autunno arriva, e con l’autunno una pioggerella di realismo. Che per ora, al senato, gli consiglia di vincere, ma di evitare di stravincere.
Immunità e referendum, si cambia. Ma il senato si regala un week-end
Riforme. Le opposizioni: «Avete fretta di andare al mare»

Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega)
Riforme. Le opposizioni: «Avete fretta di andare al mare»
Pubblicato 9 anni faEdizione del 3 agosto 2014
Daniela Preziosi, ROMA
Pubblicato 9 anni faEdizione del 3 agosto 2014