Almeno su una cosa l’Europa è unità. Nessuno vuole farsi carico delle migliaia di disperati che ogni giorno attraversano il Canale di Sicilia. Neppure quando muoiono a centinaia. Ci si chiede come è stato possibile lo schiavismo, tra qualche decennio ci si chiederà come è stato possibile questa strage infinita ancora una volta ad opera dell’Occidente.

Oggi a Milano si terrà il vertice europeo dei ministri dell’interno di tutti i paesi Ue, il primo evento che l’Italia ospiterà nel corso del tanto sbandierato semestre di presidenza. La città lanciata nell’affanosa rincorsa a Expo si rifa di nuovo il trucco: sventolano bandiere dei vari stati, si appendono manifesti e si estendono i controlli di sicurezza. Ma basta fare un giro in Stazione Centrale per capire che la realtà è molto lontana dagli sfarzi degli eventi legati a questi summit. Milano da giorni non sa come gestire l’arrivo massiccio di stranieri. Sono uomini, donne e bambini sbarcati nel sud dopo essere stati soccorsi nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Sono stati lasciati a loro destino e sono venuti a Milano nel tentativo di andarsene dall’Italia.

Nell’ultimo fine settimana hanno attraversato il mare altri 2.600 migranti. Non passa ora senza che venga avvistato un nuovo barcone. A centiania ieri sono sbarcati anche nel porto di Lampedusa dove il centro di accoglienza non è più agibile ma è stato riaperto nell’attesa che i nuovi arrivati venissero trasbordati in Sicilia.

Ieri il ministro degli interni Alfano era ad Agrigento per incontrare la sindaca di Siculiana dove la popolazione è spaventata dal massiccio arrivo di stranieri. “L’Europa ha finalmente capito che noi non abbiamo più tempo per aspettare – ha detto il ministro – Nel semestre ci giochiamo davvero tutto. Oggi Alfano incontrerà a Milano il commissario degli affari interni della Ue Cecilia Malstrom che però non sembra aver colto il messaggio. “Non è giusto dire che l’Europa ha abbandonato l’Italia – ha dichiarato – l’Italia ha ricevuto dall’Ue 500 milioni di euro e sarà il più grande ricevente di fondi dal 2014 al 2020. Stiamo facendo appello agli altri paesi membri per la spartizione dei rifugiati”. Poi però non ha rinunciato a bacchettarci: “Abbiamo avuto indicazioni da alcuni stati membri che l’Italia e altri paesi non adempiono agli obblighi sulle impronte digitali degli immigrati che chiedono asilo. Stiamo cercando di capire se il problema è dovuto alla forte pressione o è sistemico”. E’ la verità. Le autorità italiane non prendono le impronte perchè altrimenti dovrebbero farsi carico dei rifugiati. Li soccorriamo in mare ma poi chiudiamo gli occhi nella speranza che riescano da soli ad andarsene nei paesi più a nord.

Si tratta di un’ipocrita braccio di ferro sulla pelle di queste persone nell’inutile tentativo di rimpallarsi esseri umani facendo a gara e chi riesce a fare il meno possibile per dare un vero aiuto. Un rapporto dell’Ocse commissionato dal Cnel rende noto che l’Italia e la Spagna sono i due paesi dove l’immigrazione è cresciuta di più: la popolazione straniera è quadruplicata dal 1996 al 2011 fino a raggiungere 4,5 milioni, pari al 9% del totale. Una percentuale più alta di Grecia e Portogallo ma più bassa degli altri paesi con un Pil paragonabile al nostro. Le ultime ricerche testimoniano che sono sempre di più quelli che lasciano il nostro paese, mentre un altro studio pubblicato ieri dall’Ue dimostra che l’Italia nel 2013 era al quinto posto per il numero di richiedenti asilo: oltre 27 mila (+61% rispetto al 2013). In Germania però sono quasi 127 mila (+64%) e in tutta l’Ue sono aumentati del 30%. L’Italia dunque è il paese più esposto per la sua posizione geografica ma non è certo quello che accoglie più rifugiati. E quando lo fa, lo fa malissimo. Altro che sbattere i pugni sui tavoli di Bruxelles.