«Sono credente», premette Marine Le Pen facendosi intervistare dal quotidiano cattolico La Croix. Anzi «estremamente credente – aggiunge – e ho la fortuna di non aver mai dubitato». Ma papa Francesco ha quasi fatto il miracolo. «Sono arrabbiata con la Chiesa – dichiara la leader del Front National in corsa per le presidenziali francesi, il cui primo turno è in programma tra otto giorni – penso che la Chiesa si stia immischiando in tutto tranne che quello che la riguarda». Si parla, com’è facile intuire, di immigrati. Leader di un partito razzista e nazionalista che fa delle frontiere chiuse il suo primo punto di programma, Le Pen riconosce, bontà sua, il diritto del papa di «invitare alla carità, all’accoglienza del prossimo, dello straniero». Ma secondo il suo personale catechismo, «la carità può essere soltanto un fatto individuale». Al contrario «esigere dagli stati di andare contro gli interessi dei popoli non ponendo condizioni all’arrivo di una migrazione importante per me significa fare politica, e anche ingerenza visto che il papa è anche un capo di stato». Rimasta in testa per lungo tempo, oggi Le Pen è seconda nei sondaggi, a un punto e mezzo di distanza dal candidato di En Marche Emmanuel Macron. Ma sono entrambi candidati stanchi, per la front-nazionalista ultimamente anche problemi giudiziari legati all’uso dei fondi europei per il suo staff. In salita il candidato delle sinistre radicali Jean-Luc Me’lenchon, a soli due punti da Le Pen. Mentre non sale ma nemmeno scende il gollista Fillon.