Non chiedete mai ai protagonisti di una soap di giurarsi amore eterno, né tanto meno tener fede alla fatidica promessa «finché morte non vi separi»: sarete smentiti nel giro di poche puntate o sorpresi da un inopinato uxoricidio… Piuttosto armatevi di infinita pazienza per sciogliere intricate relazioni familiari, talmente intricate che gli stessi sceneggiatori arrivano sovente a immaginare relazioni più o meno incestuose. O inventare plot dove paffuti pargoli, nel giro di poche puntate, crescono a vista fino a trasformarsi in giovanottoni palestrati o leggiadre fanciulle. A Beautiful tutto è lecito.
La soap più famosa al mondo (parola di Guinnes dei primati) ha appena compiuto – lo scorso 4 giugno – 30 anni dalla prima messa in onda italiana su Rai 2 per poi migrare due anni dopo su Mediaset. Anche se, per essere più precisi, la soap ha iniziato la sua lunga cavalcata negli Stati uniti il 23 marzo 1987, oltre 3 anni prima rispetto a noi, quindi. Ed è anche grazie a questo ritardo se in Italia stanno ancora andando in onda episodi inediti (dal lunedì al sabato, alle 13.40 su Canale 5) a differenza degli Usa, dove il blocco delle riprese imposto dal coronavirus ha costretto la Cbs a riprogrammare vecchie puntate, selezionate per tema da una settimana all’altra. Una manna per gli appassionati vintage americani, perché possono rivivere gli epici scontri fra Stephanie Forrester – morta nella finzione otto anni fa, ma la cui interprete Susan Flannery è viva e vegeta – e Sally Spectra – viva nel copione ma da dieci anni spedita dagli sceneggiatori in un’infinita crociera giustificata dalla morte (vera) dell’attrice che la interpretava, Darlene Conley. Certo siamo lontani dai quasi sette milioni di spettatori dei primi anni, ma i 2 milioni e mezzo che nel dopo pranzo si attardano alle vicende delle famiglie losangeline che popolano l’immaginario della soap ideata dai coniugi Bell, sono merce rara ai tempi dello streaming e della frammentazione degli ascolti.

UN INTRICATO ginepraio di rapporti irrisolti, amori di finzione che si fondono con storie reali, nel mondo soap Beautiful è un po’ l’archetipo – con molte, molte licenze – della tragedia greca. Adulteri, aborti, morti e resurrezioni, figli naturali e di secondo o terzo letto, stupri e proprio una violenza carnale fa da sfondo ai primi episodi della storia. E poi attori che sul set diventano tutt’uno con il personaggio, come Ronn Moss che nonostante da otto anni non faccia più parte del cast (sostituito da Thorsten Kaye) resta per tutti i fan Ridge, o Katherine Kelly Lang – l’unica reduce del cast originale insieme a John McCook, non si distaccherà mai dalla sua Brooke Logan.
Una definizione calzante delle dinamiche di casa Forrester l’ha data sulle pagine della Stampa (2011) lo scrittore Ferdinando Camon: «In Dallas (la celebre serie americana andata in onda dal 1978 al 1991 con una ripresa in anni recenti, ndr) la trasgressione nasceva dalla confusione delle ricchezze, la trasgressione di Beautiful viene dalla confusione degli amori: come diceva Darwin, se non si separa l’eros del padre da quello dei figli, e di ogni fratello dagli altri fratelli, la famiglia non può né fondarsi né sopravvivere. Beautiful è la storia di questa violazione che minaccia la famiglia: un desiderio di evasione e di reversione. Perciò come nessun personaggio di Beautiful è innocente, così nessuno spettatore è immune dalla colpa».

NEL PLACIDO daytime della soap, girata quasi interamente negli studi della Cbs con qualche sporadica trasferta (Venezia, Lago di Como, Montecarlo, Abu Dhaby e Sidney), c’è anche chi ha fatto una casistica degli avvenimenti ricorrenti: 76 baruffe – epica quella tra i fratelli Forrester Ridge e Thorne (Caino e Abele, indifferentemente a seconda del plot…) culminata con un colpo di pistola sparato dal secondo sotto effetto di barbiturici. Per non parlare dei matrimoni: Brooke è una garanzia, davanti all’altare ben 15 volte, 8 con Ridge e 2 con il padre Eric. 110 i matrimoni, 22 i personaggi morti – ma alcuni resuscitano come la plastificata Hunter Tylo (Taylor) addirittura due volte, e molti i personaggi che nel tempo, sono stati interpretati da attori e attrici differenti. Thorne Forrester, ha avuto 4 volti diversi: Clayton Norcross (1987-1989), Jeff Trachga (1989-1996), molto più longevo il terzo Thorne, Winsor Harmon, che è rimasto nel ruolo per 20 anni dal 1996 al 2016, infine Ingo Rademacher (2017-2019). Nel frattempo, anche altri due personaggi presenti fin dal debutto sono stati riassegnati: Donna Logan 3 volte, Katie Logan, 2.