I Viaggiatori lo sono da tempo Giorgio Cosulich de Pecine (Roma 1970) e Giulio Napolitano (Roma 1972): una passione, la loro, che non può non intercettare la professione di fotoreporter che li accomuna da oltre vent’anni. Insieme, tra l’altro, sono i fondatori di 14&15 Mobile Photographers, piattaforma web italiana dedicata alla fotografia dei social network. Anche nei recenti viaggi in Giappone, in occasione dell’invito da parte dell’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo a presentare Mobile Photography Project – La vita in Iran raccontata su Instagram (2016) e con la doppia personale Un bagaglio leggero (gennaio 2019) che presentava gli scatti realizzati durante quel loro primo viaggio, lasciando a casa l’ingombrante attrezzatura fotografica gli autori tirano fuori dalla tasca l’iPhone per catturare la fluidità del momento.

Il loro sguardo non cambia. La tecnologia porta con sé quel senso di libertà con cui nutrono il fascino per il Sol Levante, mediato dal cinema e dalla letteratura giapponese nonché dalla cultura pop di manga e cartoni animati. Chi della loro generazione, del resto, dimenticherà mai la serie tv del Grande Mazinga, nato dal tratto di Keisuke Morishita a cui si è unita la fantasia degli sceneggiatori Susumu Takahisa, Keisuke Fujikawa e Toyohiro Ando?

PROCEDENDO – turisti fra i turisti – nella visita alle bellezze più iconiche di Tokyo, Kyoto, Osaka, Nara, Hiroshima e Hakone, Cosulich e Napolitano registrano il gesto, l’espressione, la geometria di uno scenario urbano, il ritmo dello scorrere della quotidianità, la perfetta armonia tra paesaggio naturale e storia rendendoli momenti unici ed eterni. Nasce così il Progetto Giappone concepito come un diario fotografico di cui la mostra Immaginario giapponese. Fotografie di Giorgio Cosulich de Pecine e Giulio Napolitano (fino al 30 luglio) nello spazio espositivo di Doozo – Art Books & Sushi a Roma, diretto da Masako Tominaga e dallo chef Endo Kazuhiko, offre una selezione di 18 fotografie del migliaio di scatti. «Naturalmente siamo stati stimolati dalla diversità del paese – spiega Cosulich de Pecine – ma nel nostro approccio l’atteggiamento è sempre stato molto leggero e divertito». 

IL LORO DIARIO personale costruito sul duplice linguaggio di bianco e nero (Cosulich de Pecine) e colore (Napolitano), avvicinamenti e allontanamenti, similitudini e contrasti, si pone come obiettivo un libro che raccolga anche le visioni di un terzo viaggio in Giappone, integrate dalla scrittura: entrambi sono abituati a prendere appunti. Non sempre i due fotografi hanno viaggiato insieme, ma attraverso i social hanno mantenuto un costante contatto.«Il social è stato fondamentale, soprattutto Instagram – afferma Napolitano – sia come raccordo di lavoro quando eravamo distanti, ma anche perché lanciavamo nella comunità quello che stavamo facendo un po’ più serialmente».

L’immediatezza dello scatto coincide anche con la sua divulgazione attraverso la rete. Non c’è stato alcun pentimento da parte di entrambi, rispetto alla scelta dell’immagine nelle diverse fasi a partire da inquadratura e scatto. Ma non è meno importante, nel risultato finale, il processo di lavorazione dell’immagine digitale attraverso l’uso dei filtri e delle App: «La foto esiste nel momento in cui è editata e messa in rete».