«Non darmi del fascista. Ieri sera ho risposto a dir poco male a uno che mi diceva che prendo i voti dagli xenofobi, uno che non sapeva cosa stava dicendo». Mette subito le mani avanti Filippo Nogarin, candidato sindaco del M5S a Livorno, città non proprio senza importanza per la sinistra visto che nel 1921 vide nascere il Pci e adesso, dopo decenni di governo di Pci-Pds-Ds-Pd – rischia di finire al movimento di Grillo grazie anche ai voti assicurati a Nogarin da una strana coalizione che va dalla Lega Nord a «Buongiorno Livorno», lista civica di sinistra e antifascista, passando per Fratelli d’Italia e l’Udc. Roba da far impallidire anche il più convinto sostenitore delle larghe intese ma che invece Nogarin, un ingegnere aerospaziale di 43 anni abituato forse più a girare l’Europa per lavoro che a tessere alleanze, affronta sicuro di non farsi contaminare da culture, o meglio «ideologie» diverse dalla sua.

Al punto da non voler neanche pensare al fatto che se domenica le urne dovessero darlo vincitore sul candidato del Pd Marco Ruggeri, forte di un 39,9% dei voti conquistato al primo turno, la sua sarebbe una vittoria storica visto che riuscirebbe a piantare la bandiera con le cinque stelle su Livorno la rossa. «Senta io sono un uomo semplice, non ci penso a cosa può accadere domani. Non sto vivendo queste elezioni come una competizione del tipo vinco/perdo. Piuttosto cerco di rendere consapevoli le persone ogni volta che faccio un incontro. Non importa che votino me, l’importante è che «Non darmi del fascista. Ieri sera ho risposto a dir poco male a uno che mi diceva che prendo i voti dagli xenofobi, uno che non sapeva cosa stava dicendo».

Mette subito le mani avanti Filippo Nogarin, candidato sindaco del M5S a Livorno, città non proprio senza importanza per la sinistra visto che nel 1921 vide nascere il Pci e adesso, dopo decenni di governo di Pci-Pds-Ds-Pd – rischia di finire al movimento di Grillo grazie anche ai voti assicurati a Nogarin da una strana coalizione che va dalla Lega Nord a «Buongiorno Livorno», lista civica di sinistra e antifascista, passando per Fratelli d’Italia e l’Udc. Roba da far impallidire anche il più convinto sostenitore delle larghe intese ma che invece Nogarin, un ingegnere aerospaziale di 43 anni abituato forse più a girare l’Europa per lavoro che a tessere alleanze, affronta sicuro di non farsi contaminare da culture, o meglio «ideologie» diverse dalla sua. Al punto da non voler neanche pensare al fatto che se domenica le urne dovessero darlo vincitore sul candidato del Pd Marco Ruggeri, forte di un 39,9% dei voti conquistato al primo turno, la sua sarebbe una vittoria storica visto che riuscirebbe a piantare la bandiera con le cinque stelle su Livorno la rossa. «Senta io sono un uomo semplice, non ci penso a cosa può accadere domani. Non sto vivendo queste elezioni come una competizione del tipo vinco/perdo. Piuttosto cerco di rendere consapevoli le persone ogni volta che faccio un incontro. Non importa che votino me, l’importante è che la gente comprenda le cose che stiamo dicendo.

La sua è una partita tutta in salita: parte dal 20% del primo turno contro il 40% del candidato del Pd.

Io penso che si parte tutti e due da 0 a 0. La prima partita è stata chiusa 40 a 20, ho incassato e l’ho digerita, ma adesso si riparte e ce la stiamo giocando.

Questo ci porta alle alleanze.

No, non sono alleanze

E cosa sono?

Mi permetta di fare un’analisi. Io, e con me il M5S, ho sempre detto che se vado a parlare con la rappresentanza di un partito o di qualsiasi altra cosa manco di rispetto all’elettore, che per noi è l’unico interlocutore.

Va bene non chiamiamole alleanze se vuole, fatto sta che alcuni partiti come la Lega, Fratelli d’Italia, l’Udc, ma anche una lista civica di sinistra come «Buongiorno Livorno», hanno dato indicazione di votare per lei.

Se è per questo sono molti di più. Udc, Fratelli d’italia, Lega nord, 4 liste di sinistra, Fare per fermare il declino, Città aperta e altri. Tutti loro lo hanno fatto spontaneamente, noi non abbiamo chiesto niente a nessuno. Qualsiasi altra speculazione la rimando al mittente.

Ammetterà che è un po’ difficile piacere a tutti.

Io ho semplicemente detto che ci sono degli aspetti intorno ai quali è necessario fare un riflessione. Questi aspetti sono tre. Primo: trovare una discontinuità netta con quanto è successo in questo territorio con un’amministrazione del Pd. Secondo: molti dei punti del nostro programma di governo coincidono con i programmi delle altre forze politiche. Terzo punto, se vuole quello più filosofico, è quello che le dicevo prima, la crisi vera della politica moderna. Dobbiamo impegnarci fin da adesso a mantenere aperto un dialogo all’interno del consiglio comunale, ma soprattutto all’esterno affinché questo sia un governo nell’interesse della città.

Ma non l’imbarazza prendere i voti anche degli xenofobi?

Io i voti degli xenofobi non li prendo. La Lega troverà l’accordo solo su dei punti di programma. Io non mi sono legato a un’ideologia, né mi sono fatto inquinare solo perché loro hanno fatto un endorsement verso di me. Su questa cosa c’è una forte speculazione, ma non è così. Sinceramente non mi fa specie adesso che mi arrivino voti da situazioni estreme. Non ci scordiamo comunque che il Pd governa con il Ncd e non ho mai sentito nessuno fare una levata di scudi per questo.

A proposito di Pd: secondo lei qual è stato il più grande errore che ha fatto a Livorno?

E’ diventato un partito completamete autoreferenziale. Livorno in questi anni è diventata il Pd, perdendo tutte le risorse di un volano economico che è quello legato al porto, al settore immobiliare.

E oggi è una città in ginocchio.

Dica la verità: chi vorrebbe con lei sul palco al comizio finale; Grillo o Pizzarotti?

Vorrei entrambi, a sostegno mio. Grillo, Pizzarotti o chiunque altro, basta che chi viene si metta a disposizione del programma fatto dai livornesi.