La luce della cittadina di Conversano, vicino a Bari, ha fatto da scenario dal 19 al 24 agosto scorso alla diciassettesima edizione di Imaginaria, festival internazionale del cinema d’animazione d’autore. I luoghi più belli e suggestivi del centro storico – il Castello, il Giardino dei limoni del Monastero di San Benedetto, il sagrato della Cattedrale – si sono riempiti di performance interattive, proiezioni di film, masterclass, incontri con gli autori e laboratori per ragazzi. Nato dall’idea di Luigi Iovane, direttore artistico, Imaginaria è diventata la principale rassegna in Puglia dedicata al cinema d’animazione d’autore. Più di cento i film proiettati, tra opere in concorso e fuori concorso. Tanti gli autori presenti, italiani e internazionali: da Regina Pessoa e Abi Feijó, artisti portoghesi che hanno presentato una mostra sui loro 25 anni di attività, all’illustratore Alessandro Sanna, che ha tenuto una masterclass sul «piacere e il coraggio di disegnare», a Fusako Yusaki, artista e scultrice giapponese nota per i suoi lavori di animazione in plastilina che ha ricevuto il premio alla carriera, all’animatore e videomaker Michele Bernardi.

FILM, LETTERE D’AMORE
Il premio per il miglior cortometraggio animato nella competizione internazionale è andato a Regina Pessoa per Uncle Thomas, Accounting for the days, film autobiografico e intenso, che racconta il rapporto dell’autrice con suo zio Thomas. Uno «spirito affine», che da bambina le aveva dato affetto e l’aveva incoraggiata ad esprimersi in modo libero e originale, disegnando sul muro con pezzi di carbone bruciato nel camino. Ma per la società un «diverso», un uomo con difficoltà e ossessioni, che non aveva figli e non lavorava. Il film è una lettera d’amore per lui, perché, ha spiegato l’autrice, «anche se per gli altri non era importante, lo era per me. Ci sono persone importanti che sono esseri umani orribili. Volevo mostrare che non è necessario essere eccezionali per diventare importanti per qualcuno». «Uncle Thomas», come le opere precedenti di Regina Pessoa – The night (1999), Tragic story with a happy ending (2005) e Kali the little vampire (2012), prende ispirazione dai ricordi della regista, da emozioni infantili di gioia, ma anche dolore e solitudine, che si riflettono nelle ombre e nelle luci del suo personalissimo stile. A illustrare il lavoro di Regina Pessoa e Abi Feijó, che hanno contribuito allo sviluppo dell’animazione autoriale in Portogallo, è stata anche la mostra allestita nel castello Acquaviva d’Aragona. Oltre a bozzetti ed illustrazioni delle loro opere è stato affascinante scoprire un’esposizione di dispositivi ottici per le immagini in movimento dell’era del pre-cinema, come una lanterna magica, provenienti dalla Casa Museo de Vilar.

MATITE PER RIACE
Nelle sale del castello hanno poi avuto spazio i disegni di Alessandro Sanna, uno dei principali illustratori italiani, tratti dal suo ultimo libro Come questa pietra, il libro di tutte le guerre e di Roberto Catani, autore e docente di animazione, che ha ricevuto la menzione speciale al festival per il suo corto Per tutta la vita. Il castello ha ospitato anche una rassegna particolare, la mostra Matite per Riace, selezione di tavole dei maggiori illustratori e fumettisti italiani, messe in vendita a sostegno di Mimmo Lucano e del suo lavoro di integrazione e solidarietà. A questa iniziativa si sono affiancate altre opere di impegno politico e sociale. Ha toccato e commosso il pubblico il lungometraggio The Tower, del regista norvegese Mats Grorud. Il film, che ha vinto un premio speciale, racconta la storia di Wardi, una ragazzina di 11 anni che vive in un campo per rifugiati palestinesi in Libano. Attraverso il rapporto con il bisnonno Sidi, a cui è molto legata, con la zia Wardi ripercorre la storia della sua famiglia e del suo popolo dal 1948, anno della «naqba», la catastrofe, l’esodo della popolazione palestinese dalle terre dove viveva, dopo la fondazione dello Stato di Israele. Esiste una speranza per il futuro? È questa la domanda di Wardi e del film, che nasce dall’esperienza personale di volontariato del regista in un campo profughi a Beirut, e descrive con sensibilità e delicatezza i sentimenti dei protagonisti, alternando l’uso della stop-motion a quello dell’animazione.

SEZIONI PARALLELE
Oltre al concorso principale – nella sezione per studenti ha vinto Sweet sweat di Jung Hyun Kim – Imaginaria ha premiato anche un film nella sezione «Kids», dedicata ai ragazzi, composta da una giuria di giovani spettatori: My life in Versailles di Clémence Madeleine Perdrillat e Nathaniel H’Limi. E l’energia dei giorni del festival non si esaurisce: Imaginaria curerà nel prossimo mese quattro appuntamenti per i bambini a Casamassima, e il 15 settembre saluterà Conversano con un concerto dell’Apulian Youth Symphony Orchestra sul sagrato della cattedrale.