È arrivato come previsto un rinvio, al 6 marzo prossimo, in merito all’esame dinanzi al Tar di Lecce della vicenda Ilva e in particolare dei ricorsi presentati dal Comune di Taranto e dalla Regione Puglia presentato dagli avvocati dello studio legale Vernola del Foro di Bari, contro il decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) dello scorso 30 settembre, che comprende il piano ambientale per la nuova Ilva. Prospetto presentato dalla cordata Am Investco Italy e guidata da ArcelorMittal, che lo scorso 5 giugno si è aggiudicata la gara di vendita degli asset industriali del più grande gruppo siderurgico italiano.

I giudici della terza sezione del tribunale amministrativo di Lecce, presidente Enrico D’Arpe, preso atto della rinuncia alla richiesta di sospensiva del Dpcm che era stata notificata nei giorni scorsi da Comune e Regione, si sono occupati dell’eccezione presentata dalla difesa dei legali dell’Ilva (contro i due ricorsi si era costituita nei giorni scorsi anche la Provincia di Taranto con un atto ad opponendum presentato dall’avvocato Luigi Quinto del Foro di Lecce), che contesta la competenza territoriale della sezione leccese del Tar e ha chiesto che il procedimento venga spostato al Tar del Lazio. Sulla questione è stato quindi deciso di rinviare tutto al 6 marzo, due giorni dopo le prossime elezioni politiche.

Il rinvio era stato abbondantemente previsto sia dal governo, che da Regione e Comune di Taranto. Che stanno provando, attraverso continue tensioni e strappi, a raggiungere un accordo sul futuro ambientale dello stabilimento tarantino. Dopo l’invio nei giorni scorsi da parte del ministero dello Sviluppo ai due enti locali del protocollo d’intesa proposto per venire incontro alle richieste del governatore Emiliano e del sindaco Melucci che però non ha soddisfatto le parti in causa, nell’arco delle prossime 72 ore arriverà a Roma la controproposta di Regione e Comune, all’interno di un accordo di programma individuato come l’unica via per riportare il sereno nei rapporti tra le istituzioni e conseguentemente ritirare i ricorsi al Tar di Lecce.

Il tutto mentre quest’oggi a Roma, sempre al ministero dello Sviluppo, governo, sindacati ed ArcelorMittal, torneranno a confrontarsi sul piano industriale del colosso franco indiano. Con i sindacati, Fiom Cgil in testa, che torneranno a chiedere con forza la possibilità di visionare il decreto con cui il ministero lo scorso 5 giugno autorizzò i commissari straordinari a procedere con l’aggiudicazione della gara di vendita degli asset industriali del gruppo Ilva, alla cordata guidata da ArcelorMittal, per poter affrontare alla pari lo trattativa con lo controparte.

Infine, ieri pomeriggio, il consiglio regionale della Puglia ha accolto la richiesta del governatore Emiliano di rinviare la votazione degli ordini del giorno sulla vicenda Ilva. A favore hanno votato 26 consiglieri regionali, contro 19. Tre gli ordini del giorno previsti: uno di Sinistra Italiana e Forza Italia diretti a chiedere il ritiro del ricorso al Tar, mentre quello del Movimento 5 Stelle chiedeva la chiusura dello stabilimento durante i wind days.