La mortalità infantile nella fascia pediatrica tra gli zero e i 14 anni è aumentata a Taranto del 21% rispetto alla media regionale pugliese insieme al tasso di ospedalizzazione per le malattie respiratorie acute. Per tutti i tumori è stato registrato un eccesso di incidenza più che doppio: +54%. Nel corso del primo anno di vita vi è un eccesso di mortalità per tutte le cause (+20%) ascrivibile all’eccesso di mortalità per alcune condizioni morbose di origine perinatale (+45%): per questa stessa causa si osserva un eccesso di ospedalizzazione (+17%).
Sono gli ultimi dati choc dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) all’interno del progetto «Sentieri», pubblicato aggiornato lo scorso maggio e basato su dati del 2008. La scorsa primavera, sono stati resi noti i dati che confermavano come la mortalità per tutte le cause, tutti i tumori, l’apparato circolatorio, respiratorio e digerente rivela, in entrambi i generi, presentasse eccessi rispetto al riferimento regionale.

Considerate le polemiche, ieri l’Iss è intervenuta con una nota ufficiale. Il progetto «Sentieri» è uno studio di tipo ecologico e «non prende in considerazione le esposizioni dei singoli individui a particolari inquinanti, ma esamina la situazione sanitaria delle popolazioni che risiedono in luoghi in cui sono presenti sorgenti di inquinamento». Lo studio, in linea generale, non permette la valutazione di nessi causali, ma può individuare situazioni di possibile rilevanza sanitaria da approfondire con studi mirati. «Lo studio conferma le criticità del profilo sanitario della popolazione di Taranto emerse in precedenti indagini – continua la nota – Le analisi effettuate usando tre indicatori sanitari segnalano eccessi di rischio per le patologie per le quali è verosimile presupporre un contributo eziologico delle contaminazioni ambientali che caratterizzano l’area in esame, come causa o concausa, qualiù: tumore del polmone, mesotelioma della pleura, malattie dell’apparato respiratorio nel loro complesso, malattie respiratorie acute, malattie respiratorie croniche».

Il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno ha scritto al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin sollecitando la nomina di una «commissione che possa valutare tutte le azioni che sono state poste in essere fino ad oggi». «Voglio capire – ha scritto Stefàno – se quanto è stato fatto va nella direzione della prevenzione, del controllo e della terapia». Per Edo Ronchi, subcommissario all’Ilva il cui mandato è scaduto il 4 giugno scorso, «gli effetti dell’inquinamento storico dureranno a Taranto per anni, anche se oggi la qualità dell’aria è migliore». Ronchi insiste sul fatto che «i dati da me resi pubblici, quelli dell’Arpa Puglia, hanno evidenziato chiaramente i miglioramenti della qualità dell’aria intervenuti nel 2013» e che quelli resi pubblici dallo studio dell’Iss riflette gli effetti dell’inquinamento storico degli anni passati: effetti che si manifesteranno ancora purtroppo per diversi anni anche se le emissioni industriali fossero azzerate».

«Nella Terra dei Fuochi l’Istituto Superiore di Sanità ha riscontrato eccessi di mortalità e di rischio per gli adulti e un eccesso di ospedalizzazione per i bambini – affermano Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, e Fulvia Gravame, responsabile nodo PeaceLink Taranto – A Taranto si registrano gravi criticità per gli adulti a cui si somma anche, cosa ancor più grave, un eccesso di mortalità per bambini. Quindi i bambini di Taranto sono un’emergenza nazionale che non ha eguali in Italia».

Clima di tensione 

Per provare ad arrestare l’irreversibile crisi finanziaria dell’Ilva, il governo è pronto ad intervenire con un nuovo decreto che il Consiglio dei Ministri pare intenzionato a varare entro l’11 luglio. Andrà ad implementare quanto previsto dalla legge n. 6 approvata lo scorso febbraio. L’esecutivo ha convinto le banche, Intesa San Paolo, Unicredit e Banco Popolare, a concedere alla società un prestito ponte, attraverso il meccanismo della prededuzione. La conferma è arrivata dal ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, dopo l’incontro avuto nella serata di giovedì a Roma con i sindacati metalmeccanici. Il prestito, non meno di 3-400 milioni di euro, si è reso necessario per evitare il fallimento dell’Ilva. Gli stipendi di giugno saranno regolarmente retribuiti, anche se monchi del premio di produzione che per gli operai è una sorta di quattordicesima. Le risorse serviranno all’Ilva per tornare a pagare le ditte dell’indotto e dell’appalto del siderurgico tarantino, che vantano crediti per oltre 46 milioni di euro.Ciò consentirà all’azienda di restare in vita sino a dicembre.

Il clima all’Ilva resta molto teso. A Taranto sono in corso da giorni le assemblee di fabbrica dove si sono vissuti momenti di scontri accesi tra operai e sindacati. A Genova i lavoratori sono scesi in piazza per due giorni consecutivi, bloccando la stazione e arrivando allo scontro con le forze dell’ordine all’esterno della Prefettura.