La vicenda Ilva è anche di natura politica, non solo economica e ambientale. Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, insieme ad altri primi cittadini dell’area di crisi ionica, il presidente della Provincia Martino Tamburrano e il presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo ieri ha preferito restare a Taranto e disertare l’incontro romano. Melucci ha scelto di rinunciare per diversi motivi: ha trovato nella seconda lettera di convocazione, giunta sabato, i nominativi di alcuni cittadini di diverse associazioni ambientaliste che lo hanno pesantemente criticato e insultato, tanto da far partire diverse denunce.

PER SPIEGARE i motivi della «diserzione romana» è stata indetta una conferenza stampa a Palazzo di Città durante la quale il sindaco ha ribadito la speranza «che si faccia in fretta e che ci sia una prova di chiarezza dal tavolo di Roma. Perché, diversamente, saremo in trincea per tutelare gli interessi della nostra comunità». Negli ultimi mesi «abbiamo collaborato con il governo, i commissari Ilva e l’azienda Mittal e siamo ancora intenzionati a farlo» ha ribadito e ha precisato: «Se la risposta doveva darci chiarezza, inclusione e modo di perfezionare quella piattaforma, anche col contributo dei cittadini, quella chiarezza non c’è stata». «L’intenzione dei sindaci – ha concluso – non è fare vetrina o campagna elettorale, ma affrontare seriamente il problema».

MELUCCI In serata ha rincarato la dose: «Mi pare che l’incontro abbia scontentato tutti. Ho sempre garantito massima collaborazione al governo e al vicepremier Di Maio, ma non ho mai ricevuto risposte. Sono molto preoccupato per il futuro e per il clima che si respira in città».

DELLO STESSO TENORE la posizione del presidente della Provincia Martino Tamburrano: «Credo che le istituzioni non vadano governate con un tweet o con dirette Facebook. Credo che la serietà che ci deve appartenere rispetto a chi ci governa in questo momento dovrebbe essere di taglio diverso, più istituzionale, meno da sceneggiata». Tamburrano ha poi fatto presente le richieste della Provincia: «Chiediamo l’applicazione dell’Aia e ulteriori miglioramenti, la tutela della salute e l’occupazione totale dei lavoratori».

«ABBIAMO AVVIATO un percorso con il governo precedente e con quello attuale, ma ora è arrivato il momento delle decisioni. Abbiamo bisogno di certezze, non possiamo più aspettare» ha detto il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo. Che ha tenuto a sottolineare un aspetto non da poco: «Lo stabilimento non ha più risorse e i mancati investimenti influiscono sulla sicurezza degli impianti e gli operai non possono lavorare con tranquillità».

CHI INVECE CONTINUA a rivelarsi uno «strano» alleato per Di Maio, è il governatore della Puglia Michele Emiliano. «Le proposte di ArcelorMittal sono un piccolo passo avanti assolutamente insufficiente a garantire la salute dei miei concittadini» ha detto al termine dell’incontro romano, che ha appoggiato la scelta della riunione allargata: «Non bisogna avere paura del confronto con i cittadini». «La fabbrica va totalmente decarbonizzata, altrimenti – ha concluso – non c’è altra alternativa che chiudere».