«Imbarazzante, pilatesca, ai limiti dell’umiliante la risposta del governo all’interpellanza urgente da me depositata sul caso Tirrenia e del monopolio dei mari in Sardegna che si è realizzato con l’acquisto da parte dell’armatore Onorato della compagnia di navigazione che fu dello Stato».

Il deputato sardo di Sinistra ecologia e libertà Michele Piras è molto duro con il governo Renzi. Ma lo è anche con la giunta regionale sarda di centrosinistra. Il monopolio di fatto dei trasporti marittimi in Sardegna, infatti, richiama le responsabilità di tutti i soggetti – istituzionali, politici, sociali – che nel tempo hanno avallato le scelte di privatizzazione dalle quali consegue la situazione che ora Piras denuncia.

Che cosa le ha risposto il governo?

Non la definirei neanche una risposta. Una non risposta, piuttosto. In un minuto e mezzo netto, praticamente meno del tempo per scrivere un tweet, mi hanno detto che non è loro competenza ma dell’Autorità garante per la concorrenza e per il mercato decidere se l’operazione compiuta da Onorato è legittima, che non sono preoccupati per i prezzi e che il diritto alla mobilità non è minacciato. Insomma, da una parte se ne lavano le mani; dall’altra concedono all’armatore privato che ora ha il monopolio dei trasporti per mare in Sardegna un credito sciolto da qualsiasi seria garanzia. Evidentemente la condizione di insularità della Sardegna per questo governo è un orpello retorico. Non c’è alcuna presa d’atto né coscienza del danno arrecato all’isola in vent’anni di privatizzazioni: al trasporto di merci e persone, alla produzione industriale, al turismo, al settore agropastorale, in definitiva al sistema economico e all’occupazione.

Una risposta che è arrivata negli stessi giorni in cui il rapporto Svimez dava del Sud un’immagine drammatica…

Sì, è davvero disarmante. Lo Svimez fotografa la condizione meridionale come quella di un’area condannata a un sottosviluppo permanente. Segnata da un deficit strutturale e infrastrutturale che, in assenza di un nuovo intervento pubblico, impedirebbe qualsiasi ripresa economica e produttiva… E’ evidente che questo governo non ha neppure una mezza idea di come affrontare la questione meridionale e quella sarda.

Perché il problema non è tanto il monopolio, ma le politiche di privatizzazione, per giunta slegate da qualsiasi governance efficace degli equilibri del mercato…

Il monopolio è l’effetto immediatamente visibile di una scelta politica, quella della privatizzazione dei servizi, in questo caso dei trasporti, che a sua volta è la conseguenza di un cedimento, politico e culturale, a una visione complessiva della società che con le ragioni costitutive della sinistra non ha niente a che fare. Un cedimento ormai evidentissimo, e da anni, nel Pd e in questo governo.

Un cedimento che è anche della giunta regionale sarda, dentro la quale Sel siede con un suo assessore?

Guardi, voglio essere netto. Sulla questione dei trasporti i limiti dell’azione della giunta regionale sono molto gravi. Non ci si può fermare, come ha fatto l’assessore ai trasporti Massimo Deiana, a una richiesta di valutazione di legittimità dell’operazione Onorato-Tirrenia rivolta alla Autorità per la concorrenza e per il mercato. E non si può intervenire soltanto quando le cose sono ormai concluse. Bisognava contrastarla prima la realizzazione del monopolio. Non esistono solo le logiche di mercato. Esiste un interesse pubblico a vedere garantiti trasporti marittimi da e per la Sardegna e prezzi accessibili. Esiste il diritto dei sardi alla continuità territoriale. L’assessore Deiana è stato il consulente per i trasporti del presidente Ugo Cappellacci, leader del centrodestra sardo, durante la precedente legislatura regionale. Purtroppo, la continuità politica tra il ruolo svolto allora e l’attuale incarico di assessore ai trasporti in una giunta di centrosinistra mi sembra palese.

Torniamo al rapporto Svimez e alle polemiche sul Sud. La reazione di Renzi che segno politico ha?

Dal Sud e dalla Sardegna, lo si vede bene che segno politico ha. Quello di una sostanziale resa al modello neoliberista. Il modello che, da Cagliari ad Atene, non solo non ha sciolto alcuno degli storici nodi in cui si articola, in Europa, il rapporto tra Nord e Sud, ma anzi li ha aggrovigliati tutti, portando al quadro drammatico evidenziato dal rapporto Svimez. A una simile deriva, una sinistra degna di questo nome non può che opporsi, con tutte le sue forze.