A Portorico, colonia Usa dove si è votato per il governatore, i sindaci e anche per i rappresentanti al Congresso nordamericano (il presidente di Portorico è quello degli Stati uniti), ha vinto Ricardo Rosello, del Partito Nuovo Progressista (Pnp): con il 41,76%. La sua formazione chiede l’annessione agli Usa come ulteriore stato. Secondo, David Bernier, del Partito Popolare Democratico (Ppd), che ha creato lo Stato libero associato di Portorico, con il 38,93%. La sua formazione, di orientamento socialdemocratico, ha infatti compiuto 70 anni. Tra i fanalini di coda, c’era anche Rafael Bernabe, un professore socialista che ha corso per il Partito del popolo lavoratore. La sua formazione, però, non si espone rispetto alla questione coloniale.

Chi invece ha un orientamento al riguardo è il Partito Indipendentista Portoricano, che ha candidato la sua vicepresidente, Maria de Lourdes Santiago, prima donna indipendentista a correre per la presidenza. Ha totalizzato l’11,11%. Le elezioni hanno fatto registrare la più bassa partecipazione della storia, con il 55% (di solito è stata del 70%). Candidati anche due indipendenti, Alexandra Lugaro e Manuel Cidre. La prima, molto giovane, si è dichiarata atea e ha sostenuto una campagna in favore dei diritti Lgbt e per la legalizzazione della marijuana, ma al contempo si è detta d’accordo con le privatizzazioni e i progetti neoliberisti.

La Comisión Presidencial del Movimiento Independentista Nacional Hostosiano (Minh) ha letto le elezioni, e la storica astensione come crisi di credibilità dei partiti politici, a fronte del disastro economico e sociale in cui è precipitato il paese: sepolto sotto un debito stratosferico e le proposte-capestro degli Usa, che stanno provocando crescenti mobilitazioni popolari. Il governo Rosello – dice il Minh – sarà minoritario e non rappresentativo. E annuncia battaglia contro i fondi avvoltoio.