Continua la frenata del virus. Ieri si sono registrati 126 decessi per Covid-19 e 3.738 nuovi casi positivi al coronavirus. Circa un sesto, 661, sono localizzati in Lombardia, la regione attualmente più colpita. Calano ancora i pazienti in terapia intensiva (1.142) e quelli ricoverati in area medica (7.152). Con questi numeri, non si può più parlare di reparti sotto pressione: i pazienti Covid-19 occupano il 15% dei posti letto in rianimazione e il 14% nei reparti ordinari, ben al di sotto delle soglie critiche fissate dagli esperti.

L’incidenza del virus, secondo il monitoraggio settimanale, è scesa a 51 nuovi casi positivi per centomila abitanti in sette giorni, un livello in cui «il sistema di contact tracing è in grado di interrompere le catene di trasmissione», dice Gianni Rezza, direttore della prevenzione al ministero della Salute. Una settimana fa era a 73 casi per centomila abitanti in sette giorni.

La frenata del virus è testimoniata anche dall’indice Rt, che a livello nazionale vale 0,72. Nessuna regione si avvicina al valore-soglia 1 tranne il Molise, che però ha un numero di casi così limitato da rendere poco significativa la stima. La regione, insieme a Friuli-Venezia Giulia e Sardegna è nel primo gruppo che da lunedì inaugurerà la zona “bianca”, in cui sono rimosse praticamente tutte le restrizioni alle attività. Le altre regioni permangono in zona gialla.

La cabina di regia formata da ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità ieri ha diffuso anche i risultati dell’ultima indagine sulle varianti virali in circolazione in Italia. I dati si riferiscono ai tamponi positivi prelevati il 18 maggio. La variante “inglese” continua a essere di gran lunga quella prevalente in Italia. Ma la sua incidenza è scesa all’88%, rispetto al 92% dell’indagine precedente compiuta in aprile. La variante brasiliana P.1 sale al 7% del campione, con punte del 28% del Lazio, del 35% in Alto Adige e del 60% in Molise (con numeri assoluti bassissimi: solo 3 campioni). Non è una notizia da trascurare. Si sospetta infatti che la variante brasiliana sia in grado di aggirare almeno in parte l’immunità acquisita dalle persone che hanno avuto il Covid-19: questo spiegherebbe perché in alcune regioni amazzoniche, e in particolare nella città di Manaus, due ondate successive di Covid-19 siano state entrambe in grado di infettare oltre la metà della popolazione.

La variante che preoccupa di più è quella sudafricana, l’unica contro cui i vaccini appaiono meno efficaci: fortunatamente, nell’indagine è comparsa solo nello 0,3% delle sequenze virali monitorate. La variante indiana, che secondo gli esperti risulta più contagiosa anche di quella inglese, è ferma all’1% del campione.

Alla luce di questi dati, l’efficacia della campagna vaccinale sembra al sicuro. «L’età media dei deceduti scende a 76 anni», comunica il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro presentando le cifre della settimana alla stampa. È la prima volta che questo numero si allontana dagli 80 anni, segno che i più anziani sono ora davvero protetti dai vaccini.

Ieri il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo ha annunciato che dal 3 giugno la campagna vaccinale si aprirà a tutte le fasce di età. «20 milioni le dosi a disposizione» secondo il generale. «Verranno utilizzati tutti i punti di somministrazione, anche quelli aziendali» come chiede da tempo la Confindustria. Nei prossimi giorni l’Aifa potrebbe ratificare il parere positivo dell’Ema sui vaccini negli adolescenti, aggiungendo alla popolazione da immunizzare altri 2,3 milioni di persone. Ma Figliuolo non si dice preoccupato per le nuove categorie da raggiungere con le somministrazioni. «Siamo in grado di procedere anche su questa classe».