Il 66% della popolazione vaccinabile ha avuto la prima dose, il 58% anche la seconda, nella fascia 12-19 anni il 30% ha avuto la prima somministrazione e il 15% ha completato il ciclo: sono i numeri forniti ieri dal ministro della Salute, Roberto Speranza, durante il question time in Senato. «Il quadro europeo vede un aumento dei contagi, la variante Delta diventerà dominante entro agosto – ha proseguito -. Anche tra i 12-17 anni la vaccinazione protegge, perché anche in questa fascia ci sono casi gravi, e riduce la circolazione del virus».

Sulle polemiche della Lega, contraria all’immunizzazione dei più giovani: «La comunità scientifica nazionale ha espresso un’opinione in favore. Lo ha fatto il Cts, che ha dentro il presidente del Css e dell’Iss, anche la Società italiana di Pediatria è a favore». E sul green pass: «Il governo ritiene che sia un pezzo essenziale della strategia di gestione di questa fase epidemica. Può aiutarci a rendere più sicuri i luoghi che frequentiamo».

Alla Camera, intanto, Fratelli d’Italia scatenava l’offensiva. Era in discussione ieri la pregiudiziale di incostituzionalità presentate da FdI relativa alla conversione in legge del dl Covid della scorsa settimana, quello con il certificato verde e la proroga dello stato d’emergenza. Il partito di Meloni ha chiesto il voto a scrutinio segreto, richiesta respinta due volte. La reazione è stata l’occupazione dell’aula per un’ora e cartelli «No green pass» a favore di telecamera.

I lavori poi sono ripresi e la pregiudiziale è stata bocciata (288 a 51, un astenuto). Ma per il governo si è aperto un altro fronte. Federazioni e leghe sportive in subbuglio per la decisione (contenuta proprio nel dl in via di conversione) di limitare al 25% la capienza degli impianti al chiuso. Dopo la Figc (che chiede 100% di capienza negli stadi con il green pass), ieri hanno protestato Legavolley e Federbasket. Dalla pallacanestro l’indicazione di portare i palazzetti almeno al 50%, dalla pallavolo la richiesta è eliminare i limiti per i vaccinati con mascherina.

In virtù dello stesso decreto, che fissa nuovi criteri, l’Italia è tutta in zona bianca ma il Centro europeo per il controllo delle malattie ieri ha messo in fascia rossa Sicilia e Sardegna. In verde (la nostra zona bianca) restano solo Piemonte, Valle d’Aosta, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata. Le altre regioni in giallo. Sono stati 6.171 (più 475 rispetto a mercoledì) i nuovi casi Covid in Italia su 224.790 test. Il tasso di positività è salito al 2,7%, 19 i decessi.

Salgono i ricoveri in area medica (più 45), 1.730 in totale; in terapia intensiva più 11, 194 in tutto. Sono 76.560 le persone in isolamento domiciliare. La regione con più casi è stata il Lazio (780) seguito da Toscana (748), Veneto (737), Sicilia (719) e Lombardia (661). Il totale delle dosi di vaccino somministrate, a ieri pomeriggio, era di 67.223.679; hanno completato il ciclo in 31.558.471 (pari al 58,43% della popolazione over 12).

«Il virus circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati, di fatto siamo nella quarta ondata»: è la posizione di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. «I casi sono sottostimati – avverte – dall’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti». Infatti, spiega il report settimanale Gimbe, a fronte ad un’impennata del rapporto positivi-persone testate dall’1,8% (30 giugno-6 luglio) al 9,1% dei 7 giorni successivi, la media mobile dei nuovi casi ha subito una flessione nell’ultima settimana.

Dal 21 al 27 luglio, rispetto al periodo precedente, i decessi sono aumentati del 46,1%; i ricoveri in terapia intensiva del 14,5%; ricoverati con sintomi del 34,9%; in isolamento domiciliare più 42,9%; i nuovi casi più 64,8%; gli attualmente positivi più 42,6%. In 40 province l’incidenza supera i 50 casi per 100mila abitanti; in tre si va oltre i 150 casi per 100mila abitanti (Caltanissetta 272, Cagliari 257 e Ragusa 193). Degli oltre 4,5 milioni di persone tra i 12 e i 19 anni, poco più di 670 mila (14,7%) hanno completato il ciclo vaccinale anti Covid e quasi 765 mila (16,8%) hanno ricevuto solo la prima dose.

«La quantità di vaccini a mRna non è sufficiente per ampliare massivamente a breve termine la platea dei vaccinandi in vista del rientro a scuola. Quasi 3,2 milioni di over 60 non hanno completato il ciclo vaccinale: 2,06 milioni non hanno ricevuto nemmeno una dose con rilevanti differenze regionali (dal 19,9% della Sicilia al 6,4% della Puglia) e 1,11 milioni sono in attesa della seconda dose».