Martedì si è di nuovo votato per le primarie del Partito democratico. Il voto era previsto in quattro Stati, Ohio, Illinois, Arizona e Florida, ma il primo ha rimandato a causa dell’epidemia da coronavirus.

L’ex vice presidente Joe Biden ha vinto nei tre Stati alle urne, affievolendo ulteriormente, se non disperdendo del tutto, le ultime speranze di Bernie Sanders di una rimonta.

La pandemia ha definitivamente spostato l’ago della preferenza degli americani dalla rivoluzione alla resistenza e l’idea di un ritorno a un’era pre-Trump, rassicurante, rappresentata da Biden, sembra al momento più rosea di un nuovo cambiamento radicale.

«Il mio obiettivo è quello di unire il partito democratico e di unire il nostro paese in questo momento difficile – ha detto Biden nel messaggio dopo la vittoria, con un discorso di buon senso sull’unità nazionale – Quello che serve ora è speranza contro la paura, unità contro le divisioni, verità contro le menzogne e scienza contro la finzione».

Rivolgendosi ai sostenitori di Sanders, Biden ha lanciato un appello, spiegando di condividere la necessità di garantire agli americani tutte le cure mediche necessarie.

«Vi ascolto. So cosa c’è in gioco e cosa bisogna fare», ha detto l’ex vice presidente. «Andare ai seggi con l’epidemia di coronavirus è una decisione personale e noi rispettiamo qualunque decisione prendiate», aveva scritto su Twitter Sanders prima del voto.

Nei tre Stati andati al voto, centinaia di seggi elettorali sono rimasti chiusi: i volontari sono rimasti a casa, invece che rischiare la salute in seggi affollati.

Secondo l’agenzia Axios, la squadra elettorale di Sanders ha già sospeso gli spot elettorali e il manager della sua campagna, Faiz Shakir, ha detto in una nota: «Non addolciamo la pillola, non è andata come volevamo. La nostra campagna ha vinto la battaglia delle idee ma stiamo perdendo quella sull’eleggibilità con Biden».