«Bene Viminale su mappa case vuote e immobili pubblici, stop occupazioni. Tutelare fragilità. Noi lo stiamo già facendo»: un tweet di Virginia Raggi certifica che il dialogo cominciato all’indomani dello sgombero dei rifugiati eritrei di piazza Indipendenza e sancito dall’incontro tra la sindaca e il ministro dell’Interno comincia a produrre i suoi frutti. Il dispaccio ha un significato politico molto forte. Innanzitutto perché conferma il feeling tra Minniti e Raggi, un dato fino a poco tempo fa tutt’altro che scontato. In base a questo idem sentire, gli occupanti di case non hanno dignità politica, sono soltanto «abusivi» da estirpare, semmai casi umani da assistere.
Al fine di maneggiare la materia incandescente dell’emergenza abitativa si prevede la nascita di nuovi organi che, a diverso livello, affronteranno la questione. Una circolare diffusa dal prefetto Mario Morcone, che è il capo di gabinetto del ministero, dispone che si proceda alla mappatura degli immobili pubblici e privati inutilizzati in tutta Italia. A questo scopo, al Viminale verrà composta una cabina di regia, cui parteciperanno Anci, Conferenza delle Regioni ed Agenzia dei beni confiscati alle mafie. Per addolcire la pillola, viene evocato un Piano per il riuso degli immobili a fini alloggiativi, cosa che però dovrà avvenire in maniera compatibile con le risorse finanziarie. Il pezzo forte è la vigilanza contro le nuove occupazioni, non a caso citata da Raggi nel suo tweet. Dal Viminale puntano molto sulla prevenzione e sulla rapidità degli sgomberi. «La risposta più efficace per contrastare situazioni di nuova occupazione – recita il documento – consiste in un’attenta vigilanza dei territori e degli immobili non utilizzati che prevenga qualsiasi fenomeno di illegalità e, soprattutto, che intervenga per evitare che si consolidino situazioni di fatto poi difficili da rimuovere».

L’esperienza di questi anni, e in larga parte la storia dei movimenti romani cui l’amministrazione grillina ha sbarrato ogni porta, dimostra che la difficoltà dello sgombero di un’occupazione è direttamente proporzionale alla sua longevità. Dunque, dal Viminale auspicano «intervento immediato». Soltanto in secondo luogo, quasi a mettere le mani avanti, si ribadisce quanto dichiarato da Minniti e Raggi dopo le polemiche dei giorni scorsi: ogni sgombero dovrà accompagnarsi alla tutela del diritto ad un alloggio e all’assistenza alle che si trovino in condizioni di disagio. Accanto alla cabina di regia che dovrà monitorare il patrimonio inutilizzato, si fa riferimento ad un altro organismo. Si tratta del Comitato metropolitano, co-presieduto da sindaco e prefetto, che valuterà la situazione degli immobili occupati. Spetterà ai prefetti la gestione degli sgomberi, anche se il vecchio Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica resta il compito di verificare la fattibilità degli sgomberi dal punto di vista dell’ordine pubblico.