Da Castelnuovo di Porto continuano a partire pullman diretti nelle regioni individuate dal Viminale: la distribuzione dei 305 richiedenti asilo che verranno trasferiti antro il 31 gennaio avviene tenendo conto della popolazione residente nei territori e sul numero dei richiedenti asilo già presenti.

Tra le persone che da Castelnuovo non si muoveranno e quindi resteranno nel centro «in attesa di sistemazione per trovare una soluzione più comoda», fa sapere il Viminale, ci sono 18 nuclei familiari. In tuto si tratta di 44 persone, tra le quali 14 minori, per i quali si stanno cercando soluzioni alternative. Non sono gli unici. Altri quattro ospiti, portatori di gravi vulnerabilità personali e in possesso del permesso per motivi umanitari, sono in attesa della sistemazione, mentre, dice ancora il ministero, altre nove persone in attesa di permesso di soggiorno per casi speciali saranno ospitati nell’ambito del Siproimi (l’ex sistema Sprar). Tre ospiti che invece sono in possesso del permesso per motivi umanitari ma in assenza di vulnerabilità sono avviati alle dimissioni dal centro, in forza del nuovo decreto sicurezza. Di questi uno si è allontanato spontaneamente dal centro il 18 gennaio scorso.

In via di risoluzione anche i casi dei migranti più vulnerabili tra i quali una ventina di donne che hanno avviato percorsi con associazioni che si occupano di vittime di tratta e tre vittime di tortura. La prefettura ha chiesto al gestore del Cara che non vengano trasferite e vengano trovate soluzioni alternative. Rossella Muroni, parlamentare di LeU ed ex presidente di Legambiente, ha incontrato alcune delle donne vittime di tratta e presenti all’interno del centro: «Erano terrorizzate dall’idea di essere spostate, di essere divise, di essere portate chissà dove», ha detto la parlamentare.

Resta da capire cosa accadrà delle persone che hanno presentato domanda di asilo e sono in attesa di essere convocate dalla commissione territoriale. Il ministro Salvini, dalla sua pagina Facebook garantisce «analisi delle domande di asilo politico» per coloro che saranno trasferiti, ma le cose non stanno proprio così, almeno per adesso: «Ho fatto ricorso e il 12 febbraio dovrò essere a Roma, non so come fare a presentarmi, sono in Campania da due giorni e non ho ancora incontrato nessuno per avere spiegazioni», racconta infatti Abou, tra i rimi a essere stati trasferiti dal Cara di Castelnuovo di Porto.

Ieri intanto il sindaco di Castelnuovo, Riccardo Travaglini, si è recato insieme a una delegazione di lavoratori del Cara al ministero dello Sviluppo economico per discutere il futuro dei 120 dipendenti che dal primo febbraio rischiano di non avere più un lavoro in seguito alla chiusura del centro. «Abbiamo chiesto che vengano trovate delle soluzioni entro il 31 gennaio», ha spiegato Travaglini all’uscita. «E’ stato aperto un tavolo di crisi, quindi prima di quel giorno verranno ascoltate tute le parti».