«Una forte speranza» che i 29 minori non accompagnati (due le ragazze) sulla Diciotti, ferma a Catania da lunedì sera, potessero scendere si era diffusa ieri pomeriggio grazie alla pressione delle procure, della Garante per l’infanzia e delle associazioni. La posizione del Viminale era insostenibile così in serata il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha capitolato in diretta social: «I bambini scendano: faccio un passo oltre, nonostante l’Europa vigliacca dorma».

LA PROCURATRICE per i minori di Catania, Caterina Ajello, ieri mattina aveva inviato una lettera ai ministri dell’Interno e delle Infrastrutture, al Capo dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione e al prefetto di Catania per chiedere che i minorenni fossero fatti sbarcare: «Sono stati elusi i diritti, tra cui il divieto di respingimento, essere accolti in strutture idonee, avere un tutore, presentare domanda di protezione internazionale ed essere ricongiunti a eventuali parenti in altri stati europei». L’iniziativa è arrivata dopo l’esposto firmato da Intersos e Unicef, che lavorano con team congiunti sulle navi della Guardia costiera per assicurare la prima accoglienza ai migranti. Nel pomeriggio il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, aveva effettuato un’ispezione sulla nave spiegando: «In base alle convenzioni internazionali e alla legge italiana, i 29 minori non accompagnati hanno il diritto di sbarcare, non possono essere trattenuti».

SECONDO INTERSOS, sulla Diciotti alcuni dei minori eritrei avrebbero segni evidenti di abusi e violenze, subite nel proprio paese, e disagi psicologici. Più di una decina si dichiarano maggiorenni ma sono «potenzialmente minori». A bordo ci sarebbero anche un bimbo di quattro mesi, uno di poco più di un anno e un altro di sei. Unicef, con Andrea Iacomini, sottolinea: «Sono in territorio italiano, sono minori quindi devono scendere e seguire un iter specifico. Tenerli ancora a bordo significava perpetuare una violazione palese di norme italiane e internazionali». Nel pomeriggio, anche l’associazione dei Magistrati per i minorenni ne aveva chiesto la liberazione.

LA GARANTE PER L’INFANZIA, Filomena Albano, era intervenuta già lunedì: «A norma della legge 47 del 2017, questi ragazzi non possono essere respinti. Sono titolari di diritti: alla vita, alla sopravvivenza, allo sviluppo, alla protezione e alle cure. Nei loro confronti la legge non consente respingimenti o quote di accoglienza». Ieri mattina Albano aveva inviato una nota al Comandante generale della Guardia Costiera e al Capo dipartimento delle libertà civili del ministero dell’Interno per chiedere con urgenza informazioni: «Fondamentali per poter organizzare l’accoglienza prevista dal nostro ordinamento giuridico. Misure sia a favore dei minorenni che arrivano soli nel nostro paese, per i quali in nessun caso può disporsi il respingimento, sia nei confronti dei ragazzi che arrivano accompagnati da un adulto in quanto occorre accertare la reale sussistenza di un rapporto di filiazione o di un legittimo affidamento».

LA LEGGE 47, di cui mancano ancora i decreti attuativi, impone che i minorenni non accompagnati debbano essere immediatamente inseriti in un circuito protetto. Attraverso mediatori e assistenti sociali si dovrebbe individuare il percorso migliore: l’asilo, il ricongiungimento familiare qui o all’estero, il permesso di soggiorno speciale. Non possono in nessun modo rientrare in eventuali quote da dividere tra gli stati.

NON È L’UNICA NORMA che il governo stava violando: «La Costituzione impone l’attuazione del principio di protezione dell’infanzia – spiega Raffaele K. Salinari, presidente di Terre des Hommes -. Il nostro paese, poi, nel 1989 ha firmato la Convenzione Onu sui diritti dei minori, ripresa dalla Carte europea dei diritti, che aggiunge: “l’interesse superiore del minore deve essere considerato preminente”. Non è nelle competenze di Salvini bloccarne gli sbarchi».