Tassare di più i ricchi. Non è la «vecchia» proposta dell’estrema sinistra ma la nuova idea del vicecancelliere Olaf Scholz per fare quadrare i conti pubblici nell’era del Coronavirus. Il ministro delle finanze Spd è convinto della «necessità di chiedere un contributo più elevato ai lavoratori ad alto reddito», e ci crede al punto di volere inserire il capitolo nel prossimo programma elettorale del partito. Lo anticipa dalle colonne del Tagesspiegel, ricordando che già nel 2017 la Spd aveva immaginato la patrimoniale del 3% per i redditi oltre 250 mila euro all’anno. E spiega inoltre come d’ora in poi il governo si impegnerà per «impedire tutti i metodi per non pagare completamente le tasse nazionali».

Si tratta di un Segnale chiaro, e soprattutto inedito, da parte del «falco» socialdemocratico, ex sindaco-sceriffo di Amburgo, candidato perdente alla segreteria come leader della «destra» Spd. «La pandemia ha dimostrato l’importanza della solidarietà, vediamo di ricordarlo. Ricordo bene come dopo la crisi del 2008 chi è stato salvato dai soldi dei contribuenti si è poi comportato come fosse il padrone dell’universo» sintetizza Scholz.

Per il vicecancelliere «ora non è proprio il momento di promettere il taglio delle tasse per chi incassa centinaia di migliaia di euro». Soprattutto, perché i miliardi stanziati dal governo Merkel non bastano neppure a coprire il deficit dei primi cento giorni di lockdown. All’orizzonte di Berlino, infatti, si profila il rapporto tra debito e pil destinato a raggiungere il 75% a fine anno.

In ogni caso, la Germania è pronta a varare tre nuovi pacchetti finanziari. Il primo destinato ad Arte e Cultura che «hanno necessità immediata di sostenere i lavoratori del settore», il secondo coprirà i mancati introiti di alberghi e ristoranti, il terzo servirà per «aiutare le aziende a sviluppare l’economia neutrale sotto il profilo delle emissioni entro il 2050».

Da qui la difficoltà del governo federale di appoggiare, prima fra tutte, la pressante richiesta di «bonus-rottamazione» da parte della industria automobilistica, ma anche l’impossibilità di escludere ulteriori sforamenti del bilancio ormai fuori pareggio. «Anche perché se vogliamo mantenere l’attuale livello di prosperità senza utilizzare i combustibili fossili servirà un’incredibile spinta verso la modernizzazione del Paese» precisa il ministro Spd. Messaggio inequivocabile per i partner di governo dell’Union, decisi a rimettere in discussione i target ambientali concordati all’epoca dei Fridays For Future pur di far ripartire a razzo il made in Germany.

Tutto nell’attesa che si ricomponga lo scontro frontale fra la Corte di Karlsruhe e la Bce. Ieri nel video-collegamento con il Presidium Cdu la cancelliera Angela Merkel ha definito «spinosa» la condizione innescata dalla sentenza del tribunale costituzionale tedesco. Mostrando, però il solito ottimismo e indicando la soluzione: «La situazione è riparabile se la Bce spiegherà la sua procedura d’acquisto dei bond».