Dopo il caso scoppiato nei giorni scorsi per il «no» di una scuola elementare alla visita del vescovo Paolo Atzei per Natale, il prelato che regge la diocesi sassarese è ora protagonista di una nuova polemica. Il Movimento omosessuale sardo (Mos), una delle maggiori organizzazioni gay in Sardegna, lo accusa di aver rilasciato dichiarazioni contrarie ai diritti dei gay durante un incontro avvenuto, in orario scolastico, lo scorso 19 novembre nell’aula magna del liceo classico “Domenico Alberto Azuni”.

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«Incredibili e vergognose – scrive il Mos in un comunicato diffuso ieri – le polemiche di questi giorni su scuola e religione. Dopo l’inesistente caso Rozzano, montato ad arte dalla Lega e riportato senza alcuna verifica sul reale andamento dei fatti da buona parte della stampa nazionale, ecco che scoppia il caso San Donato. Una scuola considerata un’eccellenza in tema di integrazione viene messa alla berlina per aver considerato la visita del vescovo un po’ invasiva e di difficile gestione e aver proposto, in alternativa, un incontro in chiesa».

Il Mos racconta poi di avere ricevuto una lettera di un gruppo di studenti dell’ “Azuni” in cui si denunciano le dichiarazioni di Atzei sui gay. «L’omosessualità – avrebbe detto il vescovo – può manifestarsi nella prima parte della vita di una persona (ossia infanzia ed adolescenza), ma la maturità sessuale si raggiunge solo nell’eterosessualità». «Omosessuali quindi – scrivono gli studenti al Mos – come immaturi e infantili a cui deve perciò essere negato il diritto all’adozione». «Non stiamo adottando un cagnolino – avrebbe infatti detto il vescovo – Si adotta un bambino. Un bambino è una vita!».

«Se per qualcuno è difficile – commenta il Mos – capire le motivazioni della decisione della scuola di San Donato di non rompere l’equilibrio faticosamente trovato tra diverse culture, religioni e provenienze geografiche, a noi sembra invece che le motivazioni di quella decisione siano ulteriormente rafforzate da quanto accaduto al liceo “Azuni”: Paolo Atzei intimorisce gli studenti gay e lesbiche e crea un humus fertile all’omofobia ed alla discriminazione di genere».

«Avevamo pensato di evitare i riflettori – aggiunge Barbara Teti, presidente del Mos – e gestire la cosa con il liceo Azuni chiedendo al preside Massimo Sechi un incontro “riparatore”, così come richiesto dagli stessi studenti. Ma dopo le polemiche degli ultimi giorni abbiamo ritenuto doveroso intervenire, chiarendo perché abbiamo sempre giudicato sconveniente l’ingresso di esponenti religiosi, di qualunque religione, all’interno della scuola, che è e deve rimanere un’istituzione laica».

«Le istituzioni religiose – conclude Barbara Tetti – hanno i loro spazi per incontrare chiunque nelle occasioni che ritengono importanti. Abbiamo sempre rispettato tutte le religioni e spesso ci troviamo a difendere i musulmani dalla nuova ondata di razzismo che li ha investiti, pur consapevoli che l’Islam ci condanna quanto e più del cattolicesimo. Ma il rispetto, sconosciuto in questo periodo di terrorismo mediatico e non solo militare, presuppone conoscenza delle diverse realtà e non indottrinamento religioso. Per questo abbiamo sempre difeso l’idea di una scuola inclusiva, laica e non confessionale, così come dovrebbe esserlo lo stato e tutte le sue istituzioni, comuni e sindaci compresi».

Nel mirino del Movimento omosessuale sardo è il sindaco di Sassari Nicola Sanna (Pd). «Ritengo che la visita pastorale del vescovo Paolo Atzei a San Donato – ha scritto nei giorni scorsi il sindaco per motivare la sua contrarietà alla decisione della scuola – sia uno dei tanti riti di vicinanza per dimostrare la volontà di incontrare, conoscere e ascoltare il prossimo e che non presupponga una scuola confessionale ma una scuola aperta a tutti». Il Mos ribatte: «Al sindaco, espressione di una maggioranza di centrosinistra, che dovrebbe essere il sindaco di tutte e di tutti, compresi coloro che vengono discriminati dalle religioni, rispondiamo con le parole degli studenti del liceo classico “Azuni”: “Incontri del genere sono del tutto diseducativi o addirittura pericolosi e dannosi. Riteniamo pertanto che debbano essere evitati” ».