Non sono arrivate ancora rivendicazioni per l’attacco di Nizza, ma il Procuratore della Repubblica di Parigi François Molins, ieri a metà pomeriggio ha affermato che questo “tipo di azione si inscrive e corrisponde agli appelli all’assassinio di organizzazioni terroristiche nei video che diffondono”, dove ai potenziali jihadisti viene raccomandato di “schiacciare i miscredenti con la propria auto”. L’autore dell’attacco è stato identificato in fretta, perché c’era un documento sul camion semi-rimorchio di 19 tonnellate che alle 22,45, ha guidato, da solo, contro la folla riunita sulla Promenade des Anglais per i tradizionali fuochi d’artificio della festa nazionale del 14 luglio: si tratta di Mohamed Lahouaiej-Bouhlet, 31 anni, di nazionalità tunisina nato a Sous il 31 gennaio ’85, di professione camionista che faceva consegne a domicilio, sposato con tre figli, in istanza di divorzio. La moglie è stata posta in stato di fermo, dopo essersi presentata spontaneamente alla polizia. E’ stata aperta un’inchiesta per assassinio e tentativo di assassinio in banda organizzata in relazione con un’impresa terroristica. Gli inquirenti sospettano quindi che ci siano complici. Per molte ore è circolata l’informazione che l’uomo avesse la doppia nazionalità, franco-tunisina, mentre era residente a Nizza con regolare permesso di soggiorno.

L’uomo ha potuto abbattere le barriere di controllo e guidare il camion contro la folla per due km, “tra il numero 11 e il 147 della Promenade des Anglais”. Era in possesso di una pistola 7,65, con cui ha tirato contro i 3 poliziotti che hanno cercato di fermarlo e l’hanno abbattuto 300 metri dopo l’hotel Negresco, all’altezza del Palais de la Méditerranée. La scelta di questo tipo di camion, “non è stata fatta a caso”, ha spiegato Luc Poignant, di Fo Police, perché il camion-frigo è “pesante, non facile da fermare”. Sul rimorchio del camion è stata trovata una bicicletta, che l’uomo aveva usato per recuperare il camion, che aveva affittato qualche giorno prima in un comune vicino. Sono stati trovati anche dei caricatori, delle cartucce, due armi automatiche false cosi come due falsi kalashnikov. La polizia analizza ora il telefonino e vari “documenti”, la cui natura non è stata precisata (non ci sono indicazioni che ci fosse della propaganda jihadista). Due abitazioni sono state perquisite nella zona nord di Nizza, in un ambiente teso con gli abitanti del luogo.

Le polemiche sui mancati controlli sollevate dall’opposizione, risultano pretestuose stando ai primi elementi dell’indagine. Lahouaiej-Bouhlel non era schedato “S”, come islamista radicalizzato. Era stato condannato il 24 marzo scorso a 6 mesi con la condizionale per violenze, ma non era mai stato in carcere, ha precisato il ministro della Giustizia, Jean-Jacques Urvoas, che ha aggiunto che l’uomo non era sottoposto a controllo giudiziario. L’inchiesta si concentra sulle condizioni nelle quali Lahouaiej-Bouhlel si è procurato l’arma e il camion, se aveva dei complici ed eventuali legami con gli islamisti. I vicini lo descrivono in modo contraddittorio, come un uomo “isolato”, “chiuso” per alcuni, mentre per altri “guardava troppo le belle ragazze”. Non sembra che fosse ostentatamente religioso. Pare avesse tagliato i legami con la famiglia di origine, che vive in Tunisia. Potrebbe trattarsi di una persona auto-radicalizzata, che ha agito da sola, che ha problemi psichiatrici? C’è un precedente in questo senso in Francia, nel 2014 a Digione un uomo aveva lanciato l’auto contro la folla, travolgendo 13 persone, al grido di Allah Akbar. Era poi risultato che era stato varie volte ricoverato per ragioni psichiatriche.

In Provenza-Costa Azzurra è forte la presenza di radicalizzati, da qui in molti sono partiti per combattere in Siria. Nizza era un bersaglio, i servizi avevano avvertito. In particolare, erano stati scoperti piani di attacchi presso la cellula battezzata Cannes-Torcy, che negli ultimi due anni aveva particolarmente attirato l’attenzione della polizia. I rappresentanti dell’islam francese hanno condannato, il “narbaro attacco” per il Cfcm (culto musulmano), Mohamed Moussaoui, presidente dell’Unione delle moschee di Francia, ha ricordato che modo operativo utilizzato, un veicolo che schiaccia le gente, è “regolarmente evocato” da Daech e ha invitato a combattere questa deriva attraverso “l’istruzione e la prevenzione”. A Nizza, tra le polemiche come altrove, era stata organizzata una “fan zone” per gli europei di calcio, metta sotto stretto controllo. Un analogo sistema era stato adottato per la serata dei fuochi d’artificio del 14 luglio, hanno spiegato i poliziotti, dove si erano riunite più di 30mila persone sulla Promenade des Anglais.