Gustavo Petro torna in sella. Il presidente colombiano, Juan Manuel Santos, gli ha riconsegnato il ruolo di sindaco della capitale. Ha dovuto applicare una disposizione di legge, a seguito della decisione del Tribunale superiore di Bogotà, emessa martedì: «La legge, i giudici mi ordinano di reintegrare il sindaco Petro e non ho altra alternativa. Ho firmato il decreto necessario», ha dichiarato Santos. Solo qualche giorno fa, aveva nominato una sostituta di Petro, in attesa di nuove elezioni anticipate.

Secondo il tribunale, quando a marzo il presidente ha destituito il primo cittadino di Bogotà (una carica considerata la seconda per importanza in Colombia) ha disatteso le raccomandazioni espresse dalla Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh). E Petro deve tornare al suo posto entro 48 dalla sentenza. Il sindaco, un ex guerrigliero di centrosinistra, da vent’anni in politica, è finito sotto la scure della Procuradoria, un organismo incaricato di punire a livello disciplinare i funzionari pubblici.

Alejandro Ordoñez, un procuratore considerato un fanaticoTorquemada legato all’ex presidente colombiano Alvaro Uribe lo ha espulso dalle cariche pubbliche per 15 anni a dicembre, accusandolo di presunte irregolarità nella raccolta di rifiuti. Ordoñez è lo stesso che ha sanzionato anche la deputata Piedad Cordoba,privandola dei diritti civili per 15 anni con l’accusa di complicità con la guerriglia.

Secondo la sinistra e le organizzazioni per i diritti umani, che sono scese più volte in piazza nella capitale a sostegno di Petro, si è trattato di un colpo basso al processo di pace, in corso all’Avana tra il governo Santos e la guerriglia marxista delle Forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc). Lo stesso Santos, che si ricandida alle presidenziali del 25 maggio prossimo, ha denunciato «la guerra sporca» messa in atto contro di lui. Uribe e l’estrema destra, infatti, avversano apertamente la nuova veste di «uomo di pace» indossata dall’ex ministro della Difesa Santos. E annunciano battaglia con ogni mezzo, per impedire l’ingresso del «castro-madurismo» in Colombia.