Il compleanno del Sessantotto porta in Italia la nuova fantascienza della Cina, che fu di Mao. «Il problema dei tre corpi» di Liu Cixin (Mondadori, € 14) si apre con una scena della Rivoluzione Culturale, lo scontro tra fazioni opposte di Guardie Rosse all’Università di Pechino, un fatto storico che l’autore intitola come ‘Gli anni della follia’ nel suo capitolo introduttivo.

Da lì ci prende e ci trascina via a velocità interstellare, passando per i primi anni del nuovo millennio e proiettandosi nell’attesa di un evento destinato a sconvolgere il pianeta Terra quattrocento anni più avanti. L’immaginifica trama si snoda come una sarabanda rimbalzando tra la Terra e Alpha Centauri, a quattro anni luce di distanza, tra la realtà del mondo e quella virtuale di un misterioso videogioco che sfida il concorrente a risolvere uno dei grandi problemi della fisica, qui espresso nella relazione tra tre stelle gemelle orbitanti l’una attorno all’altra.

Nel videogioco incontriamo Newton e Einstein, nel mondo reale una pattuglia di scienziati e ricercatori cerca la migliore reazione a un’apocalisse annunciata, dopo che una stazione di ricerca costruita durante gli anni della follia ha stabilito un contatto con gli abitanti di Trisolaris, una civiltà tecnologicamente più avanti della nostra: sarà l’invasione?

E come accoglierla? Va temuta o auspicata? Una tra i protagonisti di questa favola ha visto morire il padre durante la Rivoluzione Culturale, ed è l’impossibilità di ricucire il trauma che la porta a tifare per l’invasione aliena. I due avvenimenti entrano in risonanza ed è attorno a questo struggente filo rosso che si snoda il romanzo, con la battaglia tra il governo cinese e i ribelli, e tra le fazioni interne allo schieramento filotrisolariano, mentre dal pianeta lontano si studia il modo di impedire alla Terra, lontana quattro anni luce, il progresso tecnologico.
Liu Cixin porta il lettore su una giostra fatta di fisica quantistica e relatività einstaniana, di fisica delle particelle e nanotecnologia, ma non dimentica mai la personalità sociale dei suoi protagonisti.

È una narrativa lussureggiante, capostipite di un’ondata cinese recente che ha portato autori ai primi posti dei Premi Nebula e Hugo (vinto quest’ultimo nel 2015 da «Il problema dei tre corpi»).

La fantascienza più classica, che in occidente ha vissuto i suoi anni migliori in tempi di industrializzazione, progresso scientifico e trasformazione sociale trova oggi terreno fertile nella Cina che cambia, nel timelapse che afferra i suoi abitanti e li trascina dentro a metropoli ricoperte dalle stesse cortine di smog che impestavano le nostre città decenni orsono.

I campi di lavoro forzato per gli intellettuali venivano un tempo chiamati stalle. Qui si va dalle stalle alle stelle, e la voglia e la necessità di immaginarsi un futuro è comprensibile. «Il problema dei tre corpi» è il primo volume di una trilogia che Mondadori sta pubblicando, in attesa della serie tv a cui sta lavorando Amazon.

(Il problema dei tre corpi, Liu Cixin, Mondadori)