L’Istat «certifica il buon andamento dell’industria italiana», «il debito pubblico cala» e come spiega Tria «le oscillazioni dello spread sono ingiustificate». Lo conferma Conte: «Nessuna preoccupazione, solo fibrillazioni elettorali» e dopo il voto tutto tornerà tranquillo. Il Tg2 «sovranista» è diventato Tg «pompiere» e ha deciso persino di ricostruire l’immagine di Salvini, trasformandolo da ringhioso leader di partito in uomo di governo pacato e responsabile. Impresa che comporta anche la trasformazione di genere televisivo per la testata: dall’informazione al quiz. Si parla appunto di spread. Compare il presidente di Confindustria Boccia e chiede «a tutta la politica e ai responsabili del governo di fare attenzione perché a volte solo a causa del linguaggio aumenta lo spread ed è inaccettabile e in ogni caso non si deve sforare il 3%». «Bisogna abbassare i toni», fa eco Di Maio. «Alcune dichiarazioni hanno portato all’impennata dello spread», protesta persino Tajani. Ma con chi ce l’hanno? Forse Salvini ha detto che sforare il 3% «si deve»? Risposta sbagliata. Sul Tg «pompiere» il pacato ministro parla di crescita, lavoro, meno tasse. E al massimo di «rivedere i vincoli europei».