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Il teatro al tempo della crisi

Il teatro al tempo della crisiVangelis Theodoropoulos

Intervista Vangelis Theodoropoulos regista e direttore del teatro Neos Kosmos spiega come mai siano aumentati notevolmente in tutto il paese spettacoli e spettatori

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 24 gennaio 2015

 In tempi di crisi umanitaria che spazio rimane per il teatro? Come reagisce ? Ne abbiamo parlato con Vangelis Theodoropoulos, 61 anni, noto regista e direttore del teatro Neos Kosmos nell’omonimo quartiere, una struttura con tre palcoscenici ricavata da una ex fabbrica di birra. Trovandoci nell’atrio del teatro lo vediamo riempirsi fino all’ultimo posto. Sta per cominciare il nuovo spettacolo “parasitpests nell’originale inglese, ultima piece di Vivienne Franzmann frutto del suo lavoro con donne detenute, rappresentato in Inghilterra 6 mesi fa. Racconta la storia di due sorelle tossicodipendenti incarcerate.

Perchè la scelta di questo spettacolo?

Quella condizione disperata delle due donne, spinte dalla povertà e dalla violenza sociale a drogarsi ci riguarda direttamente. Assistiamo in Grecia con la crisi che viviamo ad un forte incremento dell’uso di droghe pesanti e dei suicidi. Da sempre comunque anche prima della crisi mi interessavano le figure e le vicende rimaste all’ombra. Il primo spettacolo che ho fatto in questo teatro era “Donne comuni” che raccontava la vita delle donne nel periodo della resistenza e guerra civile greca, da sempre considerata marginale. Poi “Sporco” del drammaturgo austriaco Robert Schneider (pubblicato in Italia col titolo “Schifo”), un monologo su un immigrato clandestino iracheno in Germania. Quando l’ho rappresentato la prima volta in Germania bruciavano i centri di accoglienza, nel frattempo quella storia racconta soprattutto cosa accade in Grecia. L’estate invece al Festival di Atene farò Aiace di Sofocle al teatro Epidauro.

Sul teatro quali sono gli effetti della crisi?

Da tre anni non riceviamo più nessuna sovvenzione statale, al contempo sono aumentate le tasse da pagare. Ciò nonostante sono aumentati i gruppi teatrali. Esiste un forte bisogno di esprimersi. La gente qui ama il teatro, ne ha ottimi rapporti, e con i politici che sono pessimi, visto come i due partiti Nea Demokratia e Pasok hanno distrutto il paese non c’è da meravigliarsi. Ma il teatro vive: Ad Atene ne esistono circa 200. Si stima che nella stagione di quest’anno, tra settembre 2014 e maggio 2015 saranno stati messi in scena ca. 1000 spettacoli teatrali nuovi. 27 di questi spettacoli sono di questo teatro. Il problema è che il 90% dei teatri non può più pagare uno stipendio agli attori. Vengono retribuiti con una percentuale sui biglietti venduti. Senza pagare gli attori a dovere alla lunga non si può mantenere un teatro di qualità”.

Il Neos Kosmos theater come se la cava?

Relativamente bene, anche perché la struttura del teatro è nostra. Ma non la dirigo per me stesso, è uno spazio aperto per i tanti gruppi che non hanno un posto, per gruppi teatrali giovani. Collaboriamo con la rete di solidarietà che autogestisce mense e cliniche sociali in tutta la città. Ogni sabato facciamo uno spettacolo a prezzo ridotto a 4 euro, e chi non li ha può entrare gratuitamente. In più facciamo150 spettacoli ogni anno fuori dal teatro ad ingresso gratuito.

Dove andate?

Siamo stati in un campo rom, in scuole e ospedali con spettacoli per bambini. Raccogliamo fondi per le diverse attività sociali. Abbiamo sostenuto uno scontro duro portando uno spettacolo per bambini in piazza Agios Pantelemoy, nel cuore del quartiere dominato dai nazisti di Alba Dorata. Hanno recintato la piazza per impedire l’accesso del pubblico, ma ci sono riusciti solo in parte. Sono venuti bambini greci e anche immigrati, quelli che loro volevano assolutamente escludere.

Cosa si aspetta dal voto?

Fin dall’età di 17 anni sono sempre stato di sinistra vicino al partito sinaspismò (la forza più consistente che ha dato poi vita a Syriza nda) ma mai iscritto, come artista vorrei essere autonomo. Ho partecipato in prima linea a tutte le proteste in piazza Syntagma. Amo le cose buone della sinistra, come la difesa dei diritti degli immigrati o la lotta alla povertà. Se Syriza realizzasse solo il 50% del suo programma sarebbe perfetto. E’ già una rivoluzione che esista un programma come quello di Syriza. I due punti più importanti per me sono: La riduzione della povertà e della disoccupazione, la povertà incrementa la perdita di posti di lavoro.

Ridurre la povertà presuppone uscire dal memorandum imposto dalla troika

Certo questo è il punto principale, ricontrattare il debito. L’ altro punto è la ricostruzione della democrazia. In Grecia non c’è, il governo di destra governa con dei fascisti dichiarati, come il ministro della sanità MakisVoridis (da studente imbrattava i muri con svastiche e salutava Heil Hitler nda) che ci vuole portare a un nuovo regime dei colonnelli. Lo voglio dire:Io mi fido molto della gente di Syriza, specialmente di coloro che ne sono membri da molti anni. Non credo che potrebbero tradire tanto facilmente se stessi. E’ vero, il potere è dolce, ma credo che resisteranno, dopo tanti anni di opposizione in strada.

Ha incontrato Tsipras?

Certo, Tsipras ama il teatro, arriva qui spesso con la sua moto. Lo rispetta anche, si capisce dall’attenzione e dal suo coinvolgimento nei confronti dello spettacolo, dal suo interesse a discuterne dopo averlo visto. Chi sa se da primo ministro trova ancora il tempo per venire qui.

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