Il Tar Campania sospende con un’ordinanza gli effetti della legge Severino reintegrando il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. La decisione è arrivata ieri mattina ma era attesa una settimana fa: il collegio guidato dal giudice Cesare Mastrocola si era preso sette giorni per emettere una sentenza motivata. La sentenza alla fine non c’è stata ma un’ordinanza molto dettagliata sul ricorso presentato dai legali dell’ex pm (condannato in primo grado a un anno a tre mesi per il processo Why not): è stata giudicata rilevante e fondata la questione di legittimità costituzionale degli articoli 10 e 11 della legge Severino «perché la sua applicazione retroattiva si pone in contrasto con gli articoli 2, 4, 51 e 97 della Costituzione». Così la palla passa alla Corte costituzionale, per arrivare a una sentenza ci vorranno tra i 6 e i 12 mesi. Intanto De Magistris si riprende la fascia tricolore e il processo Why not entro marzo andrà prescritto.

In sostanza, al tempo in cui De Magistris è stato proclamato sindaco nel 2011, non figurava tra le cause di incandidabilità e di sospensione l’aver riportato una condanna per abuso d’ufficio, visto che la Severino è entrata in vigore il 5 gennaio 2013. Scrivono i giudici amministrativi: «L’applicazione retroattiva di una norma sanzionatoria» come la sospensione «urta con la pienezza e il regime rafforzato di diritti costituzionalmente garantiti». Soprattutto, sottolineano i legali del sindaco, in presenza di una condanna di primo grado, quando cioè «l’indegnità morale» deve essere ancora dimostrata.

Dubbi di costituzionalità sulla Severino sono stati avanzati da diversi giuristi, il parlamentare Psi Marco Di Lello ha presentato una proposta di leggi per l’abrogazione di quella parte che prevede una sospensione per gli amministratori dopo il primo grado (salvo reati gravi). Secondo il giurista Gianluigi Pellegrino «la prefettura potrebbe impugnare d’urgenza di fronte al Consiglio di Stato il provvedimento con cui il Tar ha temporaneamente congelato la sospensione di De Magistris. Questo non tocca le questioni sollevate di fronte alla Consulta, ma agisce unicamente sulla sospensiva». A destra si invoca l’ingiustizia ai danni di Berlusconi, a cui però sono stati applicati gli articoli 1 e 3 e solo dopo la condanna definitiva, con una decisione del parlamento non revocabile. «Pd, M5S e Sel non hanno voluto demandare la questione alla Corte Costituzionale – spiega Carlo Giovanardi – e hanno votato per buttare fuori Berlusconi dal Senato, citando ripetute sentenze dei Tar e del Consiglio di Stato che avallavano la retroattività di quella legge». Critico il parlamentare di Sel Dario Stefàno: «E’ sorprendente che l’organo di giustizia amministrativa abbia riproposto questioni che la Corte Costituzionale ha già affrontato a partire dal 1994».

Ieri De Magistris è arrivato a Palazzo San Giacomo accolto dagli applausi di consiglieri e assessori. Il primo atto ufficiale è stato presiedere la riunione di giunta, nel pomeriggio incontro al bar con il Comitato civico Gianturco, in serata cena con i delegati del Forum europeo del Turismo. Lunedì presiederà l’insediamento del consiglio metropolitano. «È necessario che si riapra il dibattito sulla legge Severino – ha commentato l’ex pm -. Credo nella giustizia ma non nella legalità formale, del resto una delle più grandi ingiustizie l’ho subita dal Csm. Porterò a termine il mio mandato. Resto un uomo delle istituzioni, sebbene in pochi dalle istituzioni in questi giorni si siano fatti sentire».

Non ha mai voluto arrendersi, spiega, «perché i cittadini mi dicevano di continuare e tutto il sistema politico di dimettermi». Sono diventati un lungo elenco gli atti dell’amministrazione bocciati dal tribunale e poi ammessi in sede di riesame (l’assunzione degli operatori ecologici e delle maestre; l’utilizzo di piazza del Plebiscito per grandi eventi e la rimozione dei frangiflutti sul lungomare; il piano di rientro dai debiti del comune, maturati dall’amministrazione Iervolino). Il reintegro dalla sospensione è quello con il peso politico maggiore. Giunta e consiglio hanno retto al mese di incertezza, resta sul tavolo il tema del consolidamento della maggioranza, magari attraverso nuovi innesti in giunta.