I lavori del Muos in Sicilia non vanno avanti. Il controverso progetto fortemente voluto dagli Stati uniti e dal Ministero della Difesa e nell’occhio del ciclone ormai da molto tempo, resta bloccato da una decisione della giustizia amministrativa che è per il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta una «grande vittoria».

«Evidentemente – dice – le nostre motivazioni erano fondate». La reazione a caldo arriva appena si diffonde la notizia che il Tar di Palermo ha respinto le richieste presentate con due ricorsi dal ministero della Difesa contro la Regione che aveva bloccato i lavori per il Mobile user objective system. Questo sistema di comunicazione satellitare, meglio noto alle cronache come Muos, dovrebbe essere realizzato a Niscemi, in provincia di Caltanissetta ma per adesso i cantieri restano sigillati. Palazzo d’Orleans vi si era alla fine opposto spalleggiando centinaia tra associazioni, movimenti e semplici cittadini NoMuos cui ora il Tar ha dato ragione bocciando le richieste di Via XX settembre. «Questo – ha aggiunto Crocetta – mi dà più forza anche in vista dell’incontro previsto con l’ambasciatore americano».

L’avvocato Nicola Giudice, che rappresenta Legambiente e alcuni abitanti della zona spiega che «pur non entrando nel merito, i giudici hanno tenuto in conto il fatto che gli accordi prevedevano la sottoposizione del progetto alla normativa nazionale e regionale di tutela, che la salute dei cittadini va comunque garantita col principio di precauzione e quindi con la certezza assoluta di mancanza di rischi e, terzo argomento dell’ordinanza, che vanno considerati i possibili effetti che si possono avere sul traffico aereo ordinario».

I giudici hanno evidentemente accolto le valutazioni dei periti incaricati dalla giustizia amministrativa secondo cui, tra l’altro, «…il campo elettromagnetico irradiato dal Muos può produrre effetti biologici sulle persone esposte….con effetti sulla biocenosi e sulla fauna del Sito di importanza comunitaria Sughereta di Niscemi». Alla magistratura amministrativa spetta ora il compito di fissare un’udienza per la discussione del ricorso del ministero che chiede alla Regione un risarcimento di 25 mila euro per ogni giorno di fermo lavori.

Il movimento 5 stelle attacca e invita il titolare della Difesa Mario Mauro a lasciar perdere: «Ci aspettiamo – dicono i parlamentari – che ritiri il ricorso. Sarebbe un atto di saggezza».