Reso famoso e ricchissimo grazie alla sitcom animata Family Guy (un The Simpsons molto più volgare), diventato potente a Hollywood dopo il successo planetario di Ted (Mark Wahlberg con sconcissimo orsacchiotto parlante) Seth MacFarlane non manca di coraggio. Invece di redimersi e chiedere scusa dopo (l’immeritato) linciaggio collettivo, inflittogli grazie alla sua apparizione in qualità di presentatore degli Oscar 2013, lo sceneggiatore, produttore e regista scommette su uno dei generi più difficili, la commedia western.
Non si tratta di un genere nuovo: Oliver e Hardy, Buster Keaton e i fratelli Marx ci hanno dato meravigliose satire del Far West. Ma, negli ultimi quarant’anni, solo pochissimi hanno superato la prova della comicità da Frontiera.

Pensiamo a Mel Brooks (Mezzogiorno e mezzo di fuoco), John Landis (Three Amigos) e Robert Zemeckis (Ritorno al Futuro III). E poi c’è Django visto da Tarantino. Purtroppo Un milione di modi per morire nel West ricorda meno quei grandi precedenti che il costosissimo, inguardabile Wild Wild West (1999), un film che nemmeno Will Smith all’apice della carriera riuscì a salvare, Shangai Noon (2000), con Jackie Chan, che è appena un tantino meglio, o The Lone Ranger (2013), scandalosamente iperprodotto e noiosissimo anche con Johnny Depp.

A Million Ways to Die in the West

Il film apre con un grandioso panorama di Monument Valley – cast e valori di produzione sono alti, si vede che la Universal ha speso dei soldi. Ma da quell’immagine fordiana in poi, l’Arizona del 1880 si trasforma in una macfarlandia di ignoranza, iniquità sociali, morti violente e ingiustificate, razzismo, diarree torrenziali, popolini codardi, prostitute religiose che non scopano con il promesso sposo, indiani mangiapeyote…

Tutto ovviamente «per ridere». Perché il messaggio non originalissimo di MacFarlane è «the West sucks», il West fa schifo. Per la prima volta anche attore, MacFarlane è Albert, un mite guardiano di pecore abbandonato dalla fidanzata (Amanda Seyfried) che gli preferisce l’impomatato padrone della bafferia locale (Nel Patrick Harris).

Albert ha il cuore spezzato, almeno fino a che non arriva in città Charlize Theron, che però è sposata a un assassino interpretato da Liam Neeson… Giovanni Ribisi, Sarah Silverman, Wes Studi, Bill Maher, Christopher Lloyd hanno parti più o meno piccole.

Il loro talento, come quello di MacFarlane, perlopiù sprecato in un polpettone demenziale che strappa a malapena qualche risata stanca, nonostante si sforzi disperatamente di offendere. Intendiamoci, gli obbiettivi della satira di MacFarlane non sono sbagliati. Tutto il resto sì.