Lee Israel ha la lingua lunga e spesso anche asciutta. Così dalla sua bocca esce di tutto mentre in entrata è soprattutto alcol. Vive male e scrive benissimo. Il suo caratteraccio da misantropa le ha bruciato alle spalle ogni ponte, dopo un libro di successo non è stata più in grado di replicare, anzi ha fallito, su tutto il fronte. Il suo cruccio da novella disoccupata, ha perso l’ennesimo lavoretto sottopagato, non è quello di non avere i soldi per l’affitto, ma di non poter comprare cibo al suo gatto. Unico essere vivente che ama.

Quando il destino le offre una bizzarra possibilità facendole trovare tra le pagine di un libro in biblioteca un paio di lettere autografe di una famosa soubrette della quale vorrebbe scrivere la biografia. Prova a venderle e rimedia 75 dollari. Non male. Così, dopo avere trovato un’altra anima persa, un dandy gay e senza tetto, comincia a industriarsi, sfoderando copie originali di scrittori e non solo in quantità.

LA STORIA è magnificamente vera, si svolge negli anni ’90, talmente paradossale in tutti i suoi risvolti da suonare inventata. Eppure Lee Israel ha fatto davvero quel che ha fatto, prima lasciando che la sua esistenza andasse alla deriva al punto che un addetto alla disinfestazione, che pure dovrebbe averne viste tante, si rifiuta di operare nel suo appartamento, troppo zozzo. Poi si fa magnifiche beffe di librai e intellettuali irretiti dalla sua abilità letteraria, al servizio del gossip colto. Nulla è come sembra, però una certezza c’è: la ragazza ha talento.

Si può sorridere all’idea di Jack Hock, unico nel reggere l’alcol e le disavventure quanto lei al punto da sfiorare un’amicizia, seppure tra virgolette, nulla di sessuale, lui è gay, lei lesbo, però la solidarietà pur messa alla prova (r)esiste. Ma Copia originale, pur inducendo spesso al sorriso, non è una commedia, bensì un racconto venato di amarezza per un mondo che sempre più smarrisce se stesso e i valori fondanti. Marielle Heller dirige il tutto con mano appropriata, anche grazie alla sceneggiatura di Nicole Holofcener e Jeff Whitty tratta dal libro di Lee Israel Can You Ever Forgive Me? in cui lei stessa racconta. Grandissimi poi Melissa McCarthy, una grande Lee, e Richard E. Grant superbo Jack. E dopo avere raccolto nomination e premi gli sceneggiatori e i due attori sono anche candidati all’oscar.