Tahin, tahini, tahina, tagina, taina, tajina, burro di sesamo. Insomma, chiamatela come volete questa straordinaria crema, il cui unico ingrediente è appunto il sesamo finemente macinato, un seme (Sesamum indicum) quasi miracoloso per le notevolissime caratteristiche nutrizionali e per la versatilità in cucina. Forse non è per caso che «Apriti sesamo» sia stata la formula che fece diventare ricco Alì Babà. Ci sono coltivazioni di sesamo anche in Italia, in particolare in Sicilia dove è arrivato con la dominazione araba. Lì è chiamato ciminu e ci si preparano pani, dolci e croccanti prelibati. Il tahin realizzato con il sesamo di Ispica (Ragusa) è Presidio Slow Food. Tuttavia, i grandi produttori mondiali stanno in Oriente (Cina, India, Myanmar) e in Africa (Nigeria, Tanzania).

Nel sesamo ci sono proteine (18%), calcio abbondante (975 mg/100 g, più del pecorino che ne ha 900), acidi grassi insaturi (preziosi per la salute del cuore e per moderare il colesterolo), vitamine A e E, fibre e sostanze antiossidanti come i lignani. Il tahin, da solo o più spesso mescolato con acqua, aglio, erbe aromatiche, succo di limone, frutta cotta, yogurt, ecc. (non tutto assieme, naturalmente!) consente di realizzare piatti dolci o salati e di arricchire di sapore e di nutrienti salutari prime colazioni, merende, torte, cereali, legumi (è ingrediente indispensabile dell’hummus di ceci), budini, tartine e panini farciti. Una meraviglia che non deve mancare nella vostra dispensa. Non manca nella mia, da diversi decenni. Sulla confezione che ho sul tavolo leggo alcune informazioni. Questo tahin bio è prodotto in Grecia da una azienda greca (e fin qui tutto bene, nel senso che i greci, come i turchi, i siriani, i palestinesi, gli egiziani e poi avanti fino ai marocchini sono grandi esperti e utilizzatori di tahin), azienda la cui sede è però a Bedford (Inghilterra). Vabbè, mi dico. Faranno come la Fiat, che produce (anche) in Italia, ma ha la sede legale in Olanda e il domicilio fiscale a Londra. Per finire, sotto il logo europeo che certifica la produzione biologica c’è scritto «agricoltura non UE». Riassumo per chi si fosse perso: mangio tutte le mattine dell’ottimo tahin biologico prodotto in Grecia da una azienda con sede legale in Inghilterra e preparato con sesamo coltivato da qualche parte nel mondo fuori d’Europa. Un bel giro, non c’è che dire. Il tahin al tempo della globalizzazione.