Doveva essere il summit delle tre T: trade, tax e transparency. Ma grazie alle rivelazioni del Guardian sulle intercettazioni dei britannici nei confronti dei loro ospiti al G20 del 2009 rischia di diventare (malauguratamente) quello delle due S: Siria e spie. Senza poi contare che una delle tre T, quella della «trasparenza», è andata del tutto a farsi benedire.

Il pasticcio delle intercettazioni telefoniche operate da Gordon Brown e gli agenti al servizio di sua maestà nel 2009 ai danni di Turchia, Sudafrica e Russia, scoop del Guardian di lunedì, ha ulteriormente allargato il solco diplomatico tra l’asse angloamericano e la Russia del sempiterno Putin, ormai ai massimi storici dalla caduta del muro. E mentre alcuni commentatori Labour e Tory si scoprono bipartisan nel gettare acqua sul fuoco facendo fioccare via twitter sarcasmi che irridono alla non-notizia e ricordando che, in fondo, «ci siamo sempre spiati», Turchia, Sudafrica e Russia sono – com’era prevedibile – assai meno cool.

«Scandaloso lo spiare il ministro delle finanze turco» ha detto Ankara, che ha convocato l’ambasciatore britannico per chiedere spiegazioni. Erdogan ha ripetutamente accusato la Bbc di «fomentare la ribellione» nel proprio paese e parlato di cospirazione internazionale. Più morbida, ma non meno piccata, la reazione dell’ex colonia. Quanto ai russi, con i quali su come gestire la patata bollente della Siria si sta su sponde opposte e remotissime – Cameron vorrebbe armare i ribelli, Putin resta al fianco di Assad -, parlare di gelo non rende giustizia alle temperature criogeniche fra i due, successori rispettivamente di spione (Brown) e spiato (Medvedev).

Gli 8 sono arrivati nel corso della mattinata con manciate di bilaterali sull’agenda. Ecco Obama, Cameron, Van Rompuy e Barroso senza cravatta o in maniche di camicia, per dare l’impressione di un agire dinamico, lontano dai labirinti di parole inconcludenti in cui di solito si risolvono questi costosi vertici. La giornata è cominciata con Obama che ha fatto un discorso a Belfast in cui ha ricamato sui legami tra i due paesi, o meglio sull’immigrazione storica dell’uno nell’altro. Poi, al lavoro sul mega-trattato commerciale transatlantico Ue/Usa, che secondo una topica clamorosa delle agenzie italiane avrebbe dovuto portare «30 milioni» di nuovi posti di lavoro (E perché non 300? Sarà l’abitudine che abbiamo a vederceli promettere).

Per il resto, è il vertice fino adesso più militarizzato (8000 poliziotti) e più calmo (4 proteste, 2 arresti).