Seconda per numeri solo a India e Cina, l’Indonesia ha varato la più vasta campagna di vaccinazioni anti panedemia del Sudest asiatico (700 milioni di abitanti) in uno dei Paesi più colpiti dal Covid-19 con quasi 900mila casi accertati e oltre 25mila morti.

La campagna è partita in pompa magna con la classica fotografia del presidente – Joko «Jokowi» Widodo – che si è fatto ritrarre mercoledì scorso durante l’iniezione: in un momento difficile, appena funestato dall’ennesimo terremoto che a Sulawesi ha ucciso oltre 40 persone e ne ha ferite decine di centinaia. I primi a essere vaccinati giovedi (con un preparato della cinese Sinovac Biotech) sono stati i lavoratori sanitari della capitale.

Ma per il più grande Paese del Sudest asiatico – che nelle sole prime due settimane del 2021 aveva già registrato oltre 2.800 decessi – i problemi sono enormi: l’arcipelago ha una popolazione che si stima superi i 270 milioni e molti fra loro vivono in angoli remoti di quel vasto pianeta insulare che conta circa 17mila isole.

Secondo il ministero della Sanità per ora si inizierà con parte del personale sanitario (un milione e mezzo circa) che si conta di vaccinare entro la fine di febbraio. A marzo e aprile si passerà invece ad anziani e funzionari pubblici. Solo nella capitale, che conta per un quarto dei casi conclamati nel Paese, si vaccineranno nella prima fase quasi la metà dei lavoratori della sanità: 60mila su circa 130mila.

Caso simile è quello delle Filippine: la popolazione è di quasi 110 milioni con 500mila casi e poco meno di 10mila decessi, in linea con quanto avviene in Indonesia nel rapporto casi/decessi per numero di abitanti. Il piano del governo è di riuscire a vaccinare almeno 70 milioni di abitanti nel giro del 2021 ma le prime 50mila dosi di vaccino (anche qui Sinovac Biotech) non arriveranno prima di febbraio.

A qualche lunghezza di distanza segue il Myanmar che, dopo aver resistito alla prima ondata, ha visto un aumento vertiginoso della pandemia dal settembre scorso: i pochissimi casi dell’estate sono ora oltre 133mila e sono quasi 3mila i morti, che quest’estate si contavano nell’ordine delle decine. Il Paese sta collassando economicamente e ha chiesto al Fondo monetario un nuovo finanziamento di 372 milioni di dollari dopo un primo contributo a giugno di 356.5.

Ha chiesto i vaccini all’India ma Pechino ha appena promesso in regalo ad Aung San Suu Kyi 30mila dosi.

Con 155mila casi e 594 morti la Malaysia ha scelto la via dello stato di emergenza, decretato lunedi scorso dal re – il sultano Abdullah – su richiesta del premier Muhyiddin Yassin cui il decreto conferisce il potere di congelare i lavori parlamentari, cosa che gli consente – dicono i maligni – di restare in sella nonostante sia a capo di un governo debole. Kuala Lumpur ha scelto Pfizer-BioNTech (25 milioni di dosi), AstraZeneca e iniziativa Covax (rispettivamente 6,4 mln di dosi). Entro l’anno il 60% dei 33 milioni di abitanti sarà vaccinato.

Con oltre 11mila casi e 70 morti, la Thailandia (dove ieri dopo una pausa di alcune settimane sono tornati in piazza gli studenti) pensa di iniziare la sua campagna vaccinale entro la metà del 2021: ha scelto AstraZeneca ma anche un vaccino sviluppato localmente.

La campagna vaccinale a Singapore (59mila casi e 29 decessi) è iniziata a fine dicembre ma non va rapidissima: in due settimane la Città Stato ha vaccinato 6200 residenti. Per ora la Città del Leone usa Pfizer ma sono in corsa anche Moderna e Sinovac la cui approvazione è però in stand-by dopo che i ricercatori brasiliani hanno stimato l’efficacia del prodotto cinese al 50,4%.

Infine i virtuosissimi del Sudest asiatico: il Vietnam – con una popolazione di 95 milioni di anime – segnala 1500 casi e 35 vittime: per ora ha ordinato 30 milioni di dosi di AstraZeneca ma sta valutando anche Pfizer-BioNTech, il russo Sputnik e il cinese Sinovac. Resta un mistero la Cambogia con nemmeno 500 casi e nessuna vittima.

Più comprensibile il caso del Laos (41 casi e nessun decesso) per la scarsa densità demografica, le misure prese e una popolazione di 7 milioni di abitanti (a Singapore sono poco meno di sei!). Infine i piccolissimi: il sultanato del Brunei (174 casi e 3 vittime) e Timor Est: 52 casi e nessun decesso.