Finalmente! pensi guardando le immagini del calendario Pirelli 2016. Sarà che anche lui ha compiuto 51 anni, sarà che i nuovi soci di maggioranza in Pirelli sono cinesi, sarà che si erano forse stufati delle super modelle e super bellezze delle passate edizioni, sarà che hanno dato mano libera a una fotografa abituata alle provocazioni come Annie Leibovitz, fatto sta che quest’anno verrebbe quasi voglia di comprarlo, se si potesse. Il Calendario Pirelli, detto confidenzialmente «The Cal», non è per tutti, ma viene tirato in un numero limitato di copie poi regalate ai clienti vippissimi dell’azienda.

 

 

La novità è che quest’anno, a scandire i dodici mesi più una copertina non ci sono più giovanissime donne dai corpi statuari trasportate in paesi esotici, ma femmine vere, di tutte le età e che mostrano senza patemi rughe, rotolini di ciccia, occhiaie, capelli grigi e tutto l’armamentario del tempo che passa e dell’esperienza che segna. Qualcuno, proprio per questo, si è spinto a definirlo un calendario femminista, come se solo le rughe o l’età potessero esserlo.

 

 

Vero è invece che solo le esperienze e la vita vissuta danno la sicurezza mostrata da queste tredici signore che, con la complicità di Leibovitz, rompono gli schemi. Tant’è che quando vedi Yoko Ono in calze a rete, body, giacca strizzata e cilindro, pensi che è un peccato coprirsi solo perché si hanno 82 anni. Quando capiti sull’attrice comica e produttrice Amy Shumer in tacchi e quasi nuda che non si preoccupa di mostrare il ventre ondulato, ti dici: «Finalmente una che non si strizza dentro una pancera». Quando guardi la possente Serena Williams che mostra un didietro degno di una cattedrale, resti abbagliato da tanto selvaggio orgoglio delle proprie lontane origini afro. Quando guardi gli occhi cerchiati e segnati dell’artista iraniana Shirin Neshat, ti accorgi che quello sguardo non racconterebbe tutta quella storia se fosse stato liftato e la benedici per essersi tenuta le borse.

 

 

Non è dato sapere quanto gli eletti destinatari del calendario apprezzeranno questo bagno nella realtà, se rimpiangeranno una delle passate edizioni, o se terranno il calendario aperto tutto l’anno sul mese di Gennaio, quello dedicato a Natalia Vodianova, trentatreenne ex modella compagna di Antoine Arnault, figlio di Bernard, proprietario del colosso del lusso LVMH e detentore della seconda fortuna francese. Natalia sembra una Madonna della languidezza mentre, abilmente semisvestita, tiene in braccio il quarto figlio e non nasconde le occhiaie che in lei sono una caratteristica genetica, nonché parte del fascino, e che ogni neomamma conosce.

 

 

Le donne ritratte da Leibovitz sono tutte di successo, famose, vincenti, di potere e, chi più chi meno, ricche. Oltre alle già citate, c’è una sola attrice (la cinese Yao-Chen), una giovanissima blogger di moda (Tavi Gevinson che cura styleRookie), una regista afro-americana (Ava Duvernay), una commentatrice sociale (la caustica Fran Lebowitz), un’ereditiera mecenate dell’arte (Agnes Gund con la nipote Sadie Rain Hope-Gund), una produttrice (Kathleen Kennedy presidente di Lucasfilm e già socia di Spielberg), una big manager creatasi dal nulla che poi è diventata anche moglie di (Melody Hobson sposata a George Lucas), a dimostrazione che anche quello della consorte è un mestiere impegnativo e a volte usurante.

 

 

Direte, facile essere belle e affascinanti nonostante l’età quando si è realizzate e si hanno i mezzi per mettere insieme ben più di un pasto con una cena. È vero, ma la bellezza di queste signore non sta tanto in uno status, bensì nell’essere fuori dai canoni, e quindi se stesse, e questa è una scelta che chiunque può fare.

 

 

In attesa che la Pirelli dedichi un calendario alle operaie e impiegate e manager e dirigenti che rendono florida l’azienda, godiamoci l’immagine che ci piace di più, quella di Patti Smith (mese di Novembre), sessantotto anni, capelli grigi e negli occhi vissuti ancora l’energia di certi anni gloriosi.
mariangela.mianiti@gmail.com