Ha avuto appena il tempo di insediarsi, ma il nuovo presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo ha già mostrato cosa intende fare dell’istituto nazionale di statistica: un think tank sovranista al servizio della destra di governo.
Il primo segnale in questa direzione Blangiardo lo aveva dato lunedì 25 marzo, in occasione della presentazione del «Rapporto sulla competitività» redatto annualmente dall’Istat. All’ultimo momento, al posto del sottosegretario allo sviluppo economico Michele Geraci all’evento è stato invitato Alberto Bagnai, presidente leghista della commissione finanze del Senato e uno dei principali animatori del movimento per l’uscita dall’euro. A Bagnai, Blangiardo ha offerto una passerella per un comizio sovranista, su temi su cui «dobbiamo girarci intorno in pubblico» ma si deve riflettere «in privato». Oltre ai soliti Ue, Ocse, Germania, Bagnai ha attaccato i giornalisti «il cui mestiere è aiutarci a non farci capire tra noi» con «luoghi comuni disfattisti». Dopo aver invitato i ricercatori autori del rapporto a preferire il virile aggettivo «nazionale» al più umile «domestico» (riferito al mercato), ha concluso con un nostalgico elogio della riforma fascista della scuola e salutando tutti senza contraddittorio.

Ma l’offensiva ideologica sull’Istat non doveva fermarsi a Bagnai. Blangiardo, infatti, questo weekend avrebbe dovuto partecipare al Congresso mondiale delle famiglie di Verona. Secondo il programma del congresso, sabato 30 il presidente Istat e fondatore del movimento anti-abortista “Scienza & Vita” doveva essere tra i relatori nella sessione del Congresso dedicata a «Protezione della vita e crisi demografica», con l’ormai notissimo senatore Pillon, l’economista complottista Antonio Maria Rinaldi, Giovanni Serpelloni (braccio destro del ministro proibizionista Giovanardi) e l’ex-psichiatra, ex-berlusconiano, ex-massone e ora primate della «Chiesa Ortodossa italiana autocefala» Alessandro Meluzzi o «Alessandro I», come si fa chiamare adesso. A moderare, se così si può dire, l’allegra brigata il direttore de La Verità Maurizio Belpietro.

Non è proprio il tipo di convegno in cui ci si aspetterebbe di incontrare il presidente di uno dei più importanti enti di ricerca italiani. E infatti la sua partecipazione ha generato un coro di proteste. A partire dai lavoratori dell’Istat, che hanno chiesto al presidente di disdire l’appuntamento per non macchiare la reputazione di imparzialità dell’Istat. «Avevamo stigmatizzato il comportamento del professore che negli scorsi mesi, durante il processo di nomina, aveva continuato a partecipare a eventi politici, come la scuola di formazione politica della Lega», scrivono dalla Flc-Cgil dell’Istat. «Oggi le nostre preoccupazioni si rivelano fondate». Anche all’Usb dell’ente avevano chiesto «che la più alta carica dell’Istat non leda l’immagine dell’Istituto partecipando a quell’evento». A stretto giro, sono giunte le proteste di deputati e senatori dell’opposizione: anche Fornaro (Leu), Cirinnà e Di Maio (Pd) hanno chiesto un passo indietro a Blangiardo. Che prima ha rivendicato la partecipazione come una scelta personale («voi non andate al cinema al sabato?» avrebbe detto ai lavoratori che lo hanno incontrato) e poi, in serata, ha fatto marcia indietro rinunciando al congresso di Verona «al fine di evitare che una decisione del tutto personale possa essere interpretata come una decisione del presidente dell’Istat».

La figuraccia però rimane, così come i timori di vedere l’Istat e le sue ricerche piegate ai voleri della destra di governo. Alla vigilia della nomina di Blangiardo, la vice-ministra all’economia Castelli aveva chiesto all’Istat la «sinergia necessaria da mettere in atto con la politica per il raggiungimento degli obiettivi del contratto di governo». Nessun governante si era mai spinto al punto di chiedere di piegare i dati statistici alle esigenze di una maggioranza, e forse nemmeno Castelli intendeva farlo. Blangiardo invece sembra averla presa alla lettera, a spese della credibilità di un ente di ricerca fino a ieri rispettato a livello nazionale e internazionale e da cui tutti si aspettano indipendenza e rigore scientifico.