Ravi Bahlla è il sindaco democratico di Hoboken, città di 55 mila abitanti in New Jersey, di fronte Manhattan. Nel 2017 Bahlla, primo indiano sikh a diventare sindaco in Usa, era diventato il simbolo della reazione a Trump e anche durante la pandemia la sua gestione dell’emergenza è stata opposta a quella della Casa Bianca.

«Il 14 marzo Hoboken è stata la prima città della costa est a chiudere – spiega il sindaco – Avevamo già introdotto delle misure ma quella è stata una mia decisione, presa alle 23,30 di un venerdì sera. Hoboken ha una vita notturna vivace, ci sono molti locali, chiuderli era un passo che ho fatto contro il parere di tutti i miei consiglieri politici. Mi dicevano che questa mossa mi avrebbe inimicato i commercianti per via dell’impatto economico: ho deciso di mettere la salute dei cittadini al primo posto».

Quella sera c’era stata una banale lite da bar e l’ambulanza era arrivata dopo mezz’ora, a causa delle chiamate che si stavano moltiplicando, nonostante a Hoboken ci fosse un solo caso accertato di coronavirus.

È stata una decisione impopolare e necessaria. Le pressioni opposte sono state molte, il problema maggiore di questa crisi è che è una battaglia invisibile. All’inizio concetti come quello della distanza sociale non erano consolidati. I cittadini non capivano perché non dovessero uscire, andare sul lungo fiume, intanto il pericolo cresceva.

Lei è un avvocato dei i diritti civili, come l’aiuta il suo background in questo periodo?

Proprio nel modo in cui vengono implementati questi divieti. So che introdurre un coprifuoco è una restrizione delle libertà personali. Bisogna agire con attenzione per salvaguardare la salute pubblica anche tramite regole straordinarie che vanno ad intaccare i diritti, ma senza creare precedenti pericolosi.

A Hoboken ora la situazione sembra essere sotto controllo.

Si, anche se siamo in mezzo alla zona più colpita degli Usa, abbiamo toccato il picco a metà aprile e ora siamo in discesa, ci sono stati in tutto 23 decessi, Sono settimane che i nuovi casi sono nell’ordine di 4-5 al giorno e alcuni giorni fa non abbiamo avuto nessun nuovo caso di infezione. Abbiamo esteso la possibilità di fare i tamponi a sintomatici e asintomatici, se le assicurazioni non li coprono sono comunque gratuiti, tra poco cominceremo con i test per gli anticorpi. Per i cittadini anziani i test vengono fatti al domicilio.

Come sta facendo con la situazione dei senza casa?

Vengono testati regolarmente. Con la polizia agiamo in modo che tutte le persone siano approcciate con tatto. Abbiamo anche nuove norme sanitarie e di distanza per i dormitori.

E l’impatto economico?

Lavoro costantemente con i senatori Cory Booker e Bob Menendez per gestire i sussidi alle piccole imprese che sono le più toccate da questo impatto. Poi ci sono il blocco degli affitti, dei mutui e degli sfratti. C’è uno sportello legale per gestire anche questa parte di emergenza.