Un nuovo progetto Tav, a metà tra un’infrastruttura di nuovo conio e la ristrutturazione di quanto c’è già sul territorio. A proporlo è il sindaco di Venaus, Nilo Durbiano: ferroviere, il suo paese è diventato il cuore di uno dei festival di maggior successo degli ultimi anni in Italia, quello dell’Alta Felicità che lo scorso anno, nel piccolo borgo incastonato tra le montagne, ha portato oltre centomila visitatori.

Durbiano, ci spiega brevemente questo nuovo percorso Tav?
Il progetto su cui oggi si sta dibattendo ha oltre trenta anni di vita. Certo nel tempo è stato cambiato ma la sua essenza, il tunnel di base, è sempre la stessa. Un buco nella montagna sovradimensionato, come certificato da qualsiasi studio si sia fatto sui reali flussi di merce sulla rotta est ovest.

Veniamo al punto, i binari.
Partendo da Torino: è necessario liberare il passante ferroviario che attraversa la città, se vogliamo incentivare il trasporto metropolitano. Il mio progetto prevede la costruzione di una bretella nuova a sud della città che vada a intersecare con l’asse ferroviario in arrivo dal porto di Genova. In questo senso i flussi merce Genova- Rotterdam verrebbero intercettati. Oltre Torino, spostandosi verso la Francia, si raggiungerebbe l’interporto di Orbassano, per riqualificarlo sul piano logistico. I binari poi proseguirebbero sulla linea storica, ammodernata e potenziata, fino a Susa e oltre, per raggiungere il traforo del Frejus: che verrebbe o potenziato o rifatto. Questo per mitigare le pendenze esistenti. I costi sarebbero due terzi di quelli attuali.

Quindi: le tratte nuove sarebbero a sud di Torino e il tunnel del Frejus, potenziato o rifatto, il resto su linea storica?
Esattamente. I treni viaggerebbero a non meno di 140 km/h, ma si potrebbe spingerli fino a 180 nel tratto Orbassano- Susa. Certo non ci sarebbero più da scavare 57 chilometri di galleria e il tutto costerebbe circa due terzi in meno. I lavori però durerebbero pochi anni e darebbero alle imprese un’infrastruttura che tanto anelano.

Questa è una proposta sua?
Questa è una proposta mia, condivisa con alcuni sindaci della val Susa: ma, ci tengo a sottolinearlo, è una proposta fatta da una componente dello Stato che io rappresento. Non da un singolo cittadino. Da sempre il mio comune è attivo nell’annosa vicenda dell’alta velocità in val Susa, e da sempre non ci limitiamo a protestare ma a proporre.

Con chi ne ha parlato a Roma?
Il progetto è stato sottoposto a novembre al premier Conte, ai vicepremier Di Maio e Salvini e al ministro Toninelli. Quando ho avuto la prima manifestazione di interesse da parte di alcuni funzionari del ministero delle Infrastrutture mi sono recato a Roma, poco prima di natale. Dopo alcuni giorni sono stato convocato dal prefetto di Torino, Claudio Palomba: il ministro Salvini gli aveva chiesto di incontrarmi. Un incontro lungo e cordiale, durante il quale ho illustrato la mia proposta e il Prefetto mi ha fatto vedere la lettera con cui il ministro dell’interno gli chiedeva di prendere informazioni in merito. I contatti con il Mit li ho avuti fino alla scorsa settimana.

Ma lei sa di trattative? È stato coinvolto?
No, sono stato tenuto fuori, mi dissero solo di tenermi pronto per marzo.

La sua proposta ha qualche possibilità?
Lo spero, perché vorrei una soluzione per tutti. In ogni caso, qualora venga presa in considerazione, conto che venga coinvolto il territorio della val Susa. I soldi risparmiati potrebbero essere spesi proprio nel potenziamento delle ferrovie: io sono un ferroviere e posso dirle che esistono situazioni sconcertanti. Si pensi alla tratta Santhià – Biella non elettrificata e a binario unico: ma situazioni così in Italia sono innumerevoli.

Con la sua proposta l’Italia perderebbe sicuramente i fondi dell’Unione Europea.
Con la mia proposta l’Italia risparmia dieci miliardi di euro.

Il presidente Chiamparino l’ha definita una «carnevalata».
Il presidente Chiamparino è molto preso dalla sua campagna elettorale e quindi usa toni eccessivi senza entrare nel merito dei progetti.

Se partono i bandi la sua proposta finirà nel cassetto dei ricordi…
Se partono i bandi sarebbe un pessimo segnale: sarebbe cecità da parte del governo. Non verso la val Susa e il mio piccolo Comune: verso l’Italia.