Il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, già esponente del Pd, ha sfrattato l’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione «E. Cappellini» e la sede dell’Anpi di Urbino dalla loro storica sede, di Via Oddi. L’Istituto ha un’attività cinquantennale e con la documentazione custodita ha contribuito, attraverso la ricerca e le sue pubblicazioni, alla conoscenza della storiografia della città.

A pochi mesi dalle elezioni comunali, la sede verrebbe affidata a una delle Contrade cittadine che organizzano solitamente il Carnevale e il Palio dell’Aquilone.

L’Istituto «Cappellini» verrebbe invece ricollocato in locali angusti e inidonei ad accogliere il suo ricco e prezioso patrimonio bibliografico, emerografico e archivistico e a garantirne la pubblica fruizione.

E’ una stanza di appena 40 mq, con tre pareti utilizzabili al primo piano e alcuni vani – precari e angusti – ubicati in un sottotetto di Palazzo Nuovo Albani contrari a ogni regola prevista per la conservazione e fruizione dei beni culturali. Migliaia di libri, duecento periodici, l’archivio, raccolte, schedari, audiovisivi, che occupano complessivamente circa 140 metri lineari di scaffalature non possono assolutamente essere contenuti in 40 mq.

Si tratta di una rilevante documentazione archivistica che dalla seconda metà dell’Ottocento arriva al Novecento e riguarda la Guerra di Liberazione, le memorie dei protagonisti, la stampa clandestina, i volantini, le relazioni del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) sui crimini fascisti, i rapporti dei Distaccamenti partigiani della V Brigata Garibaldi «Pesaro», insieme a materiale fotografico e audiovisivo di grande interesse.

Nell’emeroteca si trovano le raccolte complete di riviste del Novecento di carattere economico-sociale, storiografico e filosofico. La biblioteca possiede volumi dedicati alla guerra di Liberazione, alla storiografia sul fascismo e all’Italia contemporanea, insieme alla raccolta di Atti Parlamentari della V e VI Legislatura, con le inchieste parlamentari sul terrorismo. Il materiale – del quale si rischia la dispersione – viene consultato gratuitamente dagli studiosi e dagli studenti per le loro tesi di laurea.
Lo spostamento arreca un danno alla ricerca storica e all’immagine della città patrimonio dell’Unesco.

Il presidente Ermanno Torrico parla di «una scelta molto grave di fronte alla serietà, all’autorevolezza dell’Istituto nel campo della ricerca storiografica e al suo impegno nel promuovere iniziative culturali. Metterne a repentaglio le attività arrecherebbe un grave danno non solo alla ricerca storica, ma alla cittadinanza e all’immagine stessa della città, la quale non onorerebbe di certo la propria presenza nel patrimonio dell’Unesco.
Va anzitutto evitata la perdita di fonti fondamentali per la storia sociale della comunità urbinate e del territorio provinciale scongiurando ogni ammaloramento e dispersione, rischi che devono preoccupare la Soprintendenza archivistica Marche-Umbria. Ma va evitato soprattutto l’ulteriore impoverimento culturale che Urbino, già prostrata da cinque anni di gestione Sgarbi dell’assessorato alla Cultura, ne subirebbe».
L’Istituto Cappellini chiede solidarietà e sostegno per continuare a vivere in uno spazio idoneo a proseguire la sua attività culturale e di ricerca».

Va contrastato questo disegno che intende allontanare la memoria e la storia dalla città, rendere difficile frequentare l’Istituto, in modo che siano sempre meno quelli che conoscano le lotte del passato e far dimenticare la storia, che è stata sempre considerata magistra vita.

Chi vuole può scrivere al presidente del Centro Ermanno Torrico, ermanno.torrico@uniurb.it