Sindaco Leoluca Orlando, pronti a cogliere le opportunità del Next generation Ue?
I comuni stanno vivendo un momento storico particolare, con le misure del Recovery plan si può superare il divario Nord-Sud, ma…

Problemi?
Col piano arriveranno risorse ingenti, ma abbiamo bisogno subito di riforme per poter spendere i fondi cominciando dalla possibilità di assumere personale qualificato, altrimenti sarà tutto inutile. Come Anci, abbiamo costituito un coordinamento tra le Regioni del Sud e abbiamo chiesto un incontro alle ministre Carfagna e Gelmini. Ho scritto anche una lettera a Draghi.

Cosa chiedete?
L’Ue ha sospeso il patto di stabilità nel 2020 e 2021 e si prevede la sospensione anche per l’anno prossimo, come anticipato dal presidente del parlamento David Sassoli. La cattiva Europa ha fatto saltare i limiti di spesa, la buona Italia ha subito recepito procedendo con gli scostamenti di bilancio e i comuni invece soffrono: sono i parafulmini delle conseguenze del contrasto alla pandemia. Non hanno alcuna possibilità di manovra, per noi i vincoli rimangono. Al governo chiediamo di allentarli, non abbiamo bisogno di ulteriori fondi ma di poter spendere quelli che abbiamo.

Insomma, la richiesta è di allentare i vincoli di bilancio…
Domani mattina il comune di Palermo potrebbe spendere 200 milioni di euro ma non lo può fare perché, e vale per tutti gli enti locali, i vincoli impongono di non potere utilizzare l’avanzo e di accantonare in bilancio le somme a copertura dei crediti di dubbia esigibilità. E sa qual è il paradosso?

Prego.
Per recuperare l’evasione, mi riferisco alla Tari, il comune si rivolge a Riscossione Sicilia, ma l’agente non riscuote e le entrate si riducono sempre di più, con i comuni costretti ad accantonare in bilancio le coperture subendo così una doppia penalizzazione. Al governo chiediamo di intervenire allentando i vincoli, consentendo di ridurre le quote di accantonamento in modo da liberare risorse che utilizzeremmo per finanziare le prestazioni essenziali, penso alle mense per gli alunni. Poi la lotta vera all’evasione si può fare con un provvedimento semplice: l’introduzione della tassa nella bolletta elettrica.

Come per il canone Rai…
Esatto, in questo modo si contrasterebbe sul serio l’evasione, i comuni ne avrebbero un grande beneficio e si garantirebbe una giustizia sociale. Nella lettera inviata al premier abbiamo allegato due emendamenti, predisposti dal ragioniere comunale, che vanno in questa direzione: il primo prevede la Tari in bolletta elettrica e la riduzione degli accantonamenti. Questo lo dico a nome di tutti i sindaci, perché siamo con l’acqua alla gola.

Molti comuni sono in dissesto.
Sì, altri sono al limite. Il vero problema degli enti locali siciliani è che ci sono crediti esorbitanti da esigere e in tali condizioni la procedura di dissesto condurrebbe al paradosso di creare artificialmente le condizioni di dissesto per indebitamento procurato. A seguito della necessità di tagliare anche l’inverosimile e, dunque, anche le condizioni di operatività della struttura comunale, a un determinato momento il comune diventerebbe del tutto inoperativo e dunque insolvente e, pertanto, accumulerebbe quei debiti che, in fase iniziale, in realtà non ci sono o sono affrontabili con mezzi ordinari e non con mezzi straordinari da dissesto. Vogliamo metterci dalla parte dell’Europa e dei cittadini. Roma ascolti il nostro grido di dolore, agisca in fretta, affrontando anche un’altra questione fondamentale: i limiti dello Statuto siciliano.

Cioè?
In virtù dell’art.14 dello Statuto, la Regione ha competenza esclusiva sugli enti locali ma con un limite: l’aspetto finanziario

Questo cosa provoca?
Che spesso le norme approvate dall’Assemblea siciliana vengono impugnate dal Consiglio dei ministri. Se per esempio l’Ars con un’apposita legge consente agli enti locali di assumere personale tecnico poi il Cdm impugna per mancanza di copertura finanziaria. È il cane che si morde la coda.

È un vecchio tema, però
E va affrontato, subito. Ci troviamo in mezzo: da un lato la competenza esclusiva della Regione e dall’altro i vincoli finanziari dello Stato. Risultato? La paralisi. Perché quando parliamo col governo centrale ci rispondono che la competenza è della Regione e quando parliamo con la Regione ci rispondono che in materia finanziaria le decisioni sono dello Stato. Siamo stanchi. Penso che in questa fase questi argomenti possano trovare una soluzione. Con un governo dove sono tutti dentro si può agire in fretta.