Fu l’undicesimo comune conquistato in Italia dai 5 Stelle. Bagheria, 50mila abitanti, cittadina schiacciata tra l’abusivismo edilizio e la cappa delle famiglie mafiose. Patrizio Cinque prese possesso della poltrona tre anni fa, un sindaco giovane, appena 28 anni.

Per il meetup di Bagheria fu un successo straordinario, soprattutto perché conquistato in una città difficile. Prese oltre 14 mila voti al ballottaggio, ottenne il 69% delle preferenze, sconfiggendo di netto la sfidante, Daniela Vella del Pd. E che ora, alla luce dell’inchiesta della Procura di Termini Imerese che ha indagato Cinque e una ventina di dipendenti comunali, dice: «Il sindaco deve seriamente valutare le proprie dimissioni».

Tre anni fa, a Bagheria andò a votare il 44,8 per cento degli aventi diritto. Ma Cinque parlò di vittoria. Entrò in un comune indebitato e in dissesto, con ben 43 milioni di debiti fuori bilancio. «In realtà – spiega Cinque – i debiti sono anche di più: cercheremo di recuperare i residui attivi, l’obiettivo è non aumentare le tasse comunali ai singoli cittadini». Tre anni turbolenti quelli di Patrizio Cinque, che dovette fare mea culpa dopo un servizio delle Iene sull’abusivismo, che costrinse l’allora assessore Luca Tripoli alle dimissioni e il sindaco a chiedere scusa.

«Ok faccio outing, la casa dove sono cresciuto è stata costruita abusivamente prima che io nascessi. Poi regolarizzata», si difese Cinque.
In una intercettazione finita agli atti dell’inchiesta di Termini Imerese, il sindaco Cinque parlando di una norma nazionale sull’abusivismo se la prende con Claudia Mannino, la deputata all’epoca del M5s, poi sospesa perché indagata nello scandalo delle firme false.

«Ti ricordo che questa situazione l’ha messa quella minchiona di Claudia Mannino e quindi siamo veramente dei geni… che vuoi che ti dica, è incredibile, vessiamo le persone in questo modo, secondo me». La norma di cui parla il sindaco fu approvata nel settembre del 2014 e ha inasprito le sanzioni per i titolari di edifici abusivi: si trattava di un emendamento alla legge di stabilità presentato da Mannino alla Camera. A quella norma si doveva la sanzione che stava per arrivare al cognato del sindaco Patrizio Cinque, a causa di una abitazione abusiva.