I sindacati si riprendono le piazze. Oggi inizia una due giorni di protagonismo per Cgil, Cisl e Uil in due tra i settori più colpiti dal Covid. Si parte questa mattina con manifestazioni in 60 piazze per le lavoratrici e i lavoratori dei servizi di mensa e pulizie scolastiche e aziendali. Con il precedente del flash mob a Brescia del 5 giugno e prodromo di ieri a Genova, Torino e Firenze causa festa del patrono, oggi da Udine a Lampedusa con l’appuntamento alle 15 a Roma davanti Montecitorio si torna in piazza con la prima manifestazione post Covid.

Per questo il classico volantino sindacale è accompagnato da un secondo dal titolo «Io manifesto in sicurezza» con «poche semplici regole per proteggere te e gli altri quando sei in piazza: indossare sempre la mascherina, rispettare il distanziamento di un metro, rimani sul tuo posto assegnato, evita strette di mano e abbracci, porta con te una soluzione idroalcolica, se hai sintomi influenzali rimani a casa».

SI TRATTA DI TRE CATEGORIE che uniscono circa 80 mila lavoratori – 39 mila delle mense scolastiche – chiamate alla mobilitazione da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti per «far sentire la loro voce, per chiedere che venga estesa la copertura degli ammortizzatori sociali, erogate le indennità e, soprattutto, garanzie per una rapida ripresa delle attività», spiegano i sindacati.

IN GRAN PARTE DONNE che «dall’inizio di marzo, con il decreto che imponeva il lockdown per emergenza sanitaria, sono di fatto senza lavoro e molti senza reddito. Tre mesi senza stipendio per le responsabilità incrociate di aziende e Inps, numerose delle prime per non aver anticipato, in molti casi, gli assegni ordinari ai dipendenti, l’ente di previdenza per non aver ancora corrisposto le indennità che spettano loro», attaccano Filcams, Fisascat e Uiltucs. «A questi tre mesi di inattività forzata, per molti di loro, si sommerà un periodo altrettanto lungo di sospensione delle assunzioni, che coincide da sempre con la fine dell’anno scolastico. Altri tre mesi senza stipendio e, soprattutto, senza la garanzia di riprendere a lavorare, a settembre, per la riapertura delle scuole», continua la nota unitaria.

«Pur avendo già più volte sollecitato, senza successo, le istituzioni, le organizzazioni sindacali chiedono a governo, Regioni, Comuni e imprese, confronti per individuare percorsi condivisi e soluzioni», concludono Filcams, Fisascat e Uiltucs.

«LA RICHIESTA CHE UNIFICA TUTTI è avere più settimane di cassa integrazione Covid oltre alle 27 attualmente previste che per molte di loro finiscono a luglio – spiega la segretaria nazionale della Filcams Cgil Cinzia Bernardini – . In più c’è la sospensione estiva accompagnata all’incognita: a settembre riapriranno le mense? Per loro dunque chiediamo sostentamento durante l’estate, visto che ora non ce l’hanno nonostante abbiano tutti dei contratti a tempo indeterminato. In più – continua Bernardini – c’è il problema delle mense aziendali: se per tutti gli ammortizzatori finiscono il 7 luglio, per i lavoratori delle mense e pulizie aziendali l’ammortizzatore si attiva solo se lo chiede l’azienda per gli altri lavoratori. Ad esempio questo non sta succedendo alla Piaggio di Pontedera o alla Vodafone a Milano dove sono tutti in smart working. Si tratta di un vuoto normativo, uno dei tanti che abbiamo scoperto in queste settimane difficili – sottolinea Bernardini – . Per non dimenticare poi che si tratta di lavoratrici part time con contributi non riconosciuti totalmente che devono lavorare 1 anno e 3 mesi per averne uno di contributi. Una riforma degli ammortizzatori che dia una risposta a tutti è la strada giusta, speriamo che il governo ci ascolti. Siamo i primi a tornare in piazza, e chiediamo di essere riconosciuti: si è parlato tanto di smart working ma ci sono anche tanti fantasmi che non vengono considerati e voglio uscire dall’invisibilità», conclude Bernardini.

DOMANI INVECE TOCCA ai metalmeccanici. Fim, Fiom, Uilm terranno alle 10,30 una manifestazione nazionale in piazza del Popolo a Roma con la partecipazione delle rappresentanze di 100 aziende metalmeccaniche che stanno affrontando la crisi. «Ripartire dalle 100 vertenze da risolvere per l’industria e il lavoro!» è il titolo della manifestazione.