Nel giorno delle mozioni di sfiducia (tutte respinte) del centrodestra contro il ministro della Salute, Roberto Speranza, il sindacato Anaao Assomed prende le parti del ministro: «È stata un’iniziativa assolutamente inopportuna – spiega Carlo Palermo, segretario nazionale dell’associazione dei medici ospedalieri -. Speranza ha gestito nel miglior modo possibile l’emergenza con interventi che sono stati anche coraggiosi. Come la decisione del primo lockdown, l’unica scelta possibile per evitare un vero e proprio disastro sanitario. I numeri gli hanno dato ragione considerando che a luglio avevamo appena 50 ricoverati nelle terapie intensive».

A tre giorni dalle prime riaperture, l’Anaao si schiera ancora una volta accanto a quella parte del governo che spinge per misure graduali: «Bisogna essere molto cauti, altrimenti rischiamo di finire in zona rossa a giugno. Tutti i provvedimenti che portano a una riduzione della movimentazione sociale sono utili per ridurre il contagio, chiudere alle 22 è certamente meglio che chiudere alle 23. Se allentiamo senza prudenza, vedremo un peggioramento degli indici e saremo ancora una volta costretti a fare lo stop and go. La cosa migliore sarebbe stata vaccinare ancora per un mese a 500mila dosi al giorno, quindi vaccinare ulteriori 15 milioni di cittadini». Secondo il commissario straordinario Figliuolo la soglia delle 500mila dosi al giorno dovrebbe essere raggiunta oggi, ma per ben due volte l’annuncio è stata mancato.

Sono stati 13.385 i nuovi casi Covid registrati ieri in Italia su 336.336 test. Il tasso di positività è salito al 4%. I decessi sono 344, 120.256 da inizio pandemia. Ancora in calo i ricoveri: in terapia intensiva 37 unità in meno, 2.711 in tutto; i ricoveri ordinari diminuiscono di 452 unità, 19.860 in totale; in isolamento domiciliare 420.200 persone. La regione con più casi è stata la Lombardia (2.442) seguita da Campania (1.844), Puglia (1.282), Piemonte (1.187) e Lazio (1.078).

In base ai dati Agenas aggiornati a martedì scorso, sono 7 le regioni che superano la soglia limite del 30% di ricoveri in terapia intensiva: Lombardia (41%), Toscana (41%), Puglia (39%), Piemonte (38%), Lazio (34%), Emilia Romagna (32%), Marche (31%). Nei reparti ordinari superano la soglia limite del 40% solo Calabria (49%) e Puglia (46%). Ieri Speranza ha firmato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso, da qualsiasi punto di confine, a chi negli ultimi 14 giorni abbia soggiornato o transitato in Bangladesh oltre che in India.

Riaperture e rischio calcolato, citando le parole del premier Draghi. Sulla stampa, però, questa settimana è girata una notizia: uno studio elaborato dal matematico Stefano Merler della fondazione Bruno Kessler, presentato il 16 aprile al Cts, avrebbe previsto con un indice Rt pari a 1 da qui al 15 luglio 200, 300 morti circa al giorno; se l’Rt sale a 1,1 si rischia un aumento dei decessi fino ad arrivare a metà luglio a 600 al giorno; con l’Rt a 1,25 fino a 1.200, 1.300 vittime al giorno.

Ieri però è arrivata la precisazione dallo stesso Merler: «Lo studio si limita a fornire una stima del possibile impatto in termini di numero di casi e decessi attesi nel breve-medio periodo, sulla base di diversi scenari ipotetici associati al livello di trasmissibilità (Rt) che si raggiungerà a seguito delle riaperture. Su quale sia il livello di trasmissibilità a seguito delle riaperture stesse non viene detto nulla, anche perché riteniamo non sia possibile stimarlo oggi. Nello studio non sono quindi contenute predizioni del possibile effetto delle riaperture stesse e non vengono dati pareri su quali siano i settori da riaprire o meno».

Lo studio si limita a mostrare dei modelli ipotetici suggerendo però cautela e gradualità nelle riaperture, mantenendo possibilmente l’Rt sotto 1 «perché il potenziale di trasmissione nel breve termine è ancora elevato». Merler poi aggiunge: «È inoltre possibile che la forte accelerazione sul piano delle vaccinazioni impressa in questi ultimi giorni, di cui lo studio non tiene conto essendo stato condotto a inizio aprile, possa permettere un’accelerazione anche sulle riaperture, senza compromettere la tenuta epidemiologica».