I trentasette dipendenti, fra terapisti, amministrativi e medici del centro di riabilitazione neuromotoria e logopedica Ce.Fi. di Ciampino (Roma) hanno vinto la battaglia. Per oltre un anno hanno lavorato senza stipendio con pazienti con vari gradi di disabilità e si sono auto-organizzati con la rete del sindacalismo sociale delle Camere del lavoro autonomo e precario (Clap) di Roma. Oggi hanno trovato la soluzione a uno dei rebus della sanità locale.

Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio, ha firmato un decreto commissario che voltura l’accreditamento definitivo dal Ce.Fi. all’Associazione Italiana Riabilitazione e Reinserimento Invalidi (Airri) – gestore di centri di riabilitazione nel Lazio e in altre regioni – che ha assicurato la riattivazione dei servizi secondo i termini prestabiliti. L’Airri farà ripartire il centro di riabilitazione, garantendo la continuità del servizio, il pagamento degli stipendi e dei compensi non erogati dal Ce.Fi, pari a 12-14 mensilità, che saranno recuperati a rate. Il centro di Ciampino è salvo e, con lui, i posti di lavoro dei dipendenti e dei professionisti a partita Iva. I pazienti in lista d’attesa potranno riprendere le cure, bambini e persone con disabilità potranno affidarsi agli specialisti che li hanno seguiti nonostante le condizioni proibitive di (non) lavoro. Il centro di riabilitazione ambulatoriale e domiciliare (Ce.Fi.), operativo sul territorio di Ciampino dal 1974, è stato uno dei numerosi centri sanitari privati-convenzionati che rappresentano il 75% della sanità laziale.

Dall’ente governato dal centro-sinistra di Nicola Zingaretti ha ricevuto un budget da 1 milione di euro annuo per 143 posti in convenzione, il 20% dei quali destinati ai bambini con disabilità motorie o cognitive. Un servizio fondamentale, visto che nella zona tra Roma sud, Morena e Velletri non ne esistono di simili per un’area che conta almeno mezzo milione di abitanti. Ritardi di pagamento della regione e la mala gestione del centro hanno portato al tracollo: 1,7 milioni di euro di debito con Equitalia. In questo contesto, i lavoratori hanno fatto la scelta di auto-organizzarsi con le Clap, una nuova forma di sindacato che lavora con partite Iva e precari ed è basato, da oltre un anno, nelle Officine Zero occupate nella zona di Portonaccio a Roma, nell’atelier Esc a San Lorenzo, Lab Puzzle e al centro sociale Corto Circuito. Insieme hanno aperto una vertenza con la regione Lazio che ora è arrivata ad una svolta grazie al lavoro dei consiglieri regionali Marta Bonafoni e Simone Lupi, del sindaco di Ciampino Giovanni Terzulli, Saturnino Salvagni, del Vicegovernatore del Lazio Massimiliano Smeriglio.

“Questo risultato ci dà una gioia che cancella la fatica e rende tutto meno opaco – afferma Francesco Raparelli delle Clap – Una vittoria ottenuta dalla nostra mobilitazione, capace di battere lo sconforto e la solitudine, la frammentazione e la competizione che segna il mondo del lavoro soprattutto di fronte alle crisi aziendali”. Venerdì 24 luglio i lavoratori racconteranno questa storia in una conferenza stampa al comune di Ciampino.