«Mi ha sempre attirato un film il cui destino del protagonista è già inciso sul primo fotogramma» diceva Stanley Kubrick parlando del suo Barry Lyndon che, ispirato al romanzo di William Thackeray, dal momento della suo arrivo sugli schermi, il 1975, lascia un segno indelebile nella storia del cinema, e in quella del suo autore. Il regista ne scrive la sceneggiatura, modificando alcuni passaggi della pagina scritta, e «traccia una parabola che conduce al vuoto» (come scrive il critico francese, Michel Ciment). La storia dell’avventuriero Redmond Barry, (interpretato da Ryan O’Neal) e della sua ossessione di ascesa sociale che lo porterà a sposare l’aristocratica Lady Lyndon (stupenda Marisa Berenson), restituiscono lo sforzo d’ordine e di disciplina del Settecento illuminista, che lo sguardo di Kubrick però svuota di ogni trionfalismo e di fiducia nell’avvenire.

Tra pochi giorni, il 12, Barry Lyndon ritorna sugli schermi nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, un’occasione bella, da non farsi sfuggire, per rivedere o per scoprire questo film in cui Kubrick ripercorre il Settecento a lume di candela (complice il lavoro del direttore della fotografia John Alcott), immergendo i suoi personaggi nella pittura dell’epoca, e nella colonna sonora sospesa tra Haendel e Schubert. Qui, in un salotto di Gainsborough, o in un giardino di Watteau, o a una tavola di Hogarth si rincorrono ambizioni, falsità, rovine annunciate, sentimenti corrotti,disillusioni, soprusi, umiliazioni. Racconta ancora Kubrick : «Credo di avere fatto a pezzi tutti i libri d’arte disponibili sul mercato per classificare la riproduzione dei quadri …

Ho creato un vastissimo archivio iconografico di disegni e di dipinti, queste figure sono servite come punto di riferimento per tutto quello di cui avevamo bisogno di creare: vestiti (i costumi di Milena Canonero hanno vinto uno dei quattro Oscar del film, gli altri sono per la colonna sonora, fotografia, scenografia), suppellettili, arnesi, strutture architettoniche, veicoli, ecc. Una buona ricerca è assolutamente indispensabile, e mi diverte farla.Si ha un motivo importante per studiare un certo argomento con una profondità maggiore di come l’avreste studiato altrimenti, e si ha inoltre la soddisfazione di utilizzare quelle conoscenze acquisite per un buon fine immediato. Mi ci è voluto un anno per preparare Barry Lyndon prima di passare alle riprese, ma credo che sia stato un tempo ben speso. Il punto di partenza per qualsiasi vicenda storica o fantascientifica consiste nel farvi credere a quel che vedete».