Non un semplice retweet, perché il senatore dei 5 Stelle Elio Lannutti nell’inoltrare uno dei tanti deliri sui protocolli dei savi di Sion che ancora ingolfano la rete si è preoccupato di metterci del suo, una sorta di zoppicante invito alla lettura: «Gruppo dei Savi di Sion e Mayer Amschel Rothschild, l’abile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale, portò alla creazione di un manifesto: “I Protocolli…». Si tratta ovviamente del celebre falso storico, prodotto in Russia in epoca zarista e poi utilizzato da ogni sorta di antisemitismo, da fascisti e nazisti anche per giustificare la persecuzione e l’Olocausto. Lannutti ci si è infilato con tutte le scarpe, nel giorno in cui si preoccupava soprattutto di rilanciare la presentazione del suo ultimo libro.

Nei protocolli, spiega il sito complottista di cui Lannutti consiglia caldamente la lettura, «viene descritto come soggiogare e dominare il mondo con l’aiuto del sistema economico». Una retorica non dissimile da quella quotidianamente dispensata dal senatore ex dipietrista fulminato sulla via dei 5 Stelle, ma con l’aggiunta del più feroce antisemitismo della storia. Il brutto è che, almeno fino al momento di mandare in stampa questo giornale (21.30) nessuno tra i 5 Stelle e men che meno il capo politico Luigi Di Maio si è sentito in dovere di dire mezza parola di correzione, eventualmente di scuse. Fino a che in tarda serata Di Maio non ha diffuso una nota: “Come vicepresidente del Consiglio e come capo politico del M5S prendo le distanze, e con me tutto il Movimento, dalle considerazioni del senatore Elio Lannutti”. Poco dopo anche lo stesso Lannutti prende le distanze dalle sue “considerazioni” offrendo però una versione non del tutto esatta dei fatti: “Ieri ho pubblicato un link sui banchieri Rothschild, senza alcun commento. Poiché non avevo alcuna volontà di offendere alcuno, tantomeno le comunità ebraiche od altri, mi scuso se il link ha urtato la sensibilità. Condividere un link non significa condividere i contenuti, da cui comunque prendo le distanze. Ci tengo a sottolineare che non sono, né sarò mai antisemita”. Come abbiamo detto in realtà al retweet Lannutti aveva aggiunto un passaggio, tratto dal testo del delirante articolo, facendolo proprio è come invito alla Lettura.

E comunque Lannutti il tweet lo aveva cancellato appena si è sollevato il polverone. Lo aveva scritto il 20 gennaio, ma solo ieri è stato sufficientemente notato. «Scusate, ma dove stiamo andando a finire? Dovrò espatriare io, in quanto ebreo?», si chiede il deputato del Pd Emanuele Fiano, il cui padre Nedo è uno dei sopravvissuti di Auschwitz. «Preoccupante e inquietante che un senatore di un partito di governo possa credere alla più classica delle mistificazioni antisemite, smascherata da più di un secolo», dice il senatore di Forza Italia Lucio Malan. «Riportare ufficialmente l’antisemitismo dentro il parlamento italiano? Fatto», commenta Giovanni paglia di Leu. «Lannutti ha pensato bene di attirare l’attenzione sulla sua ultima fatica letteraria con una squallida trovata promozionale, un delirante post antisemita», scrive Moked, il sito dell’ebraismo italiano. Domenica prossima è la giornata della memoria.