Hollande ha perso la terza elezione. Dopo le municipali e le europee della scorsa primavera, il rinnovamento di un po’ più della metà del Senato conferma la crisi in cui è caduto il presidente più impopolare della V Repubblica. Il risultato era atteso, visto che si tratta di un’elezione indiretta, dove i “grandi elettori” sono in maggioranza consiglieri comunali: il soprasso della destra al Senato è la diretta conseguenza della vittoria della destra alle ultime municipali. Ma ci sono delle sorprese. Il Fronte nazionale entra per la prima volta nella V Repubblica al Palais du Luxembourg, con due senatori eletti nel sud (David Rachline, 26 anni, sindaco di Fréjus, più giovane senatore della storia, e Stéphane Ravier, sindaco del Settimo settore di Marsiglia). Il Fronte nazionale, che pure chiede l’abolizione del Senato, va al di là delle attese, con un migliaio di consiglieri comunali ha ottenuto quasi 4mila voti. In altri termini, l’estrema destra convince dei politici locali (sindaci di piccoli comuni) ben di là del suo radicamento attuale. “Questo mostra che il nostro discorso è in sintonia con le rivendicazioni dei politici locali – spiega Marine Le Pen – la scomparsa dei servizi pubblici, la riforma territoriale, l’immigrazione: è in basso che vengono subite le conseguenze delle politiche decise dall’alto”. L’elezione di due senatori Fn è un nuovo passo verso la “banalizzazione” dell’estrema destra e mostra che esiste nei fatti una “porosità” sul terreno tra destra classica e Fronte nazionale, malgrado le dichiarazioni dei leader nazionali dell’Ump.

La sinistra perde cosi’ la debole maggioranza (era di 6 voti) che aveva ottenuto tre anni fa, perde complessivamente 21 seggi mentre la destra ne conquista 19 (più i 2 del Fronte nazionale). Il Ps incassa 24 sconfitte e 8 vittorie rispetto al passato, il Pcf perde 3 dei cinque seggi che erano in gioco in questa tornata elettorale. Europa Ecologia resta stabile, perché nessun seggio era implicato nel rinnovamento di domenica scorsa. Il Senato, con il rinnovo di un po’ più della metà dei seggi è diventato un po’ più femminile, ma resta sempre in grande ritardo rispetto alla media europea: le senatrici erano 80 (23%), adesso sono 87 (25%).

Per il governo, cambia poco. Al Senato la divisione della sinistra aveva già bloccato l’iter di alcune leggi, soprattutto finanziarie. Adesso, con la maggioranza di destra, ci saranno ulteriori rallentamenti. In particolare, il Senato potrebbe bloccare la riforma territoriale e la contestata abolizione dei dipartimenti, che il governo vorrebbe imporre per risparmiare, assieme ai raggruppamenti di comuni (del resto, la riforma è anche contestata a sinistra).

La destra decide oggi sul nome del prossimo presidente del Senato. Due correnti si oppongono, con due obiettivi politici diversi. Dietro la candidatura dell’ex primo ministro Jean-Pierre Raffarin ci sono i sostenitori del ritorno di Sarkozy, che vogliono fare del Senato un bastione di “resistenza” al governo per favorire la rielezione dell’ex presidenza all’Eliseo. Dietro Gérard Larcher c’è la corrente Ump che punta su un accordo con il centro.