Il decennio che sta per finire ha visto tanti ritorni nel mondo del cinema, in molti casi si è trattato di un modo di riciclare vecchie storie o personaggi per tamponare il vuoto di idee, o semplicemente di andare a pescare in uno dei sentimenti più negativi del nuovo millennio, la nostalgia. Anche il Giappone e la sua produzione filmica non è stata esente da queste tendenze, un’eccezione che però ha saputo dare nuova linfa ad un filone che si stava ripiegando su se stesso è stato Shin Godzilla. Il lungometraggio firmato Hideaki Anno e Higuchi Shinji uscito nel 2016 ha saputo infatti rinnovare il genere dei film di kaiju fornendone una nuova interpretazione, oltre ad innovare la figura del mostro, forse la migliore finora realizzata, dopo quella originale del 1954.

La coppia di autori giapponesi deve aver preso fiducia e gusto in questa operazione, che oltre al successo di critica, ha anche ottenuto un buonissimo riscontro al botteghino, tanto che il loro prossimo lavoro sarà la riproposizione per il grande schermo di un altro eroe pop mitologico del Sol Levante, Ultraman. Il lungometraggio dovrebbe uscire nel 2021, dopo che Anno avrà finalmente portato a termine la tanto attesa tetralogia dedicata a Evangelion, nelle sale dell’arcipelago il prossimo giugno.

Alcuni giorni fa lo Studio Khara, casa di produzione fondata da Anno, ha diffuso le prime immagini di Shin Ultraman durante la Tsuburaya Convention 2019, evento dedicato al grande creatore giapponese (Eiji Tsuburaya) che nel periodo post-bellico è stato un fondamentale autore di effetti speciali e di molte delle creature e dei personaggi fantastici per il piccolo e grande schermo, Godzilla e Ultraman su tutti.
La serie televisiva Ultraman debutta nel luglio del 1966 sulle emittenti giapponesi, seconda serie di un filone iniziato nel gennaio dello stesso anno con Ultra Q, che cercava di emulare lo stile e le tematiche, fantascienza soprattutto, affrontate con grande successo da serie americane come Ai confini della realtà e The Outer Limits.

Fra gli esempi più riusciti e di maggior successo del filone tokusatsu, i film o telefilm con effetti speciali, poi diventati sinonimo di film di mostri, Ultraman racconta le vicende di una civiltà extraterrestre ed in particolare di uno di essi, che per un incidente spaziale finisce sulla terra, dove decide di fondersi con un umano che grazie ad una capsula può a piacere trasformarsi nell’extraterrestre, Ultraman, e proteggere la terra dalle ondate di mostri alieni. Il telefilm ebbe un tale successo, specialmente fra il pubblico dei più piccoli, che a questa serie ne seguirono altre, praticamente a ritmo annuale, con alcune pause naturalmente, che continuano ancora oggi.

In tutti questi decenni Ultraman è diventato un fenomeno di costume che ha travalicato i confini giapponesi: arrivò anche in Italia sulle reti private, trasformandosi in un franchise che ha ispirato lungometraggi, manga, videogiochi e serie animate. Due di queste furono prodotte negli Stati Uniti da Hanna-Barbera ed in Australia fra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta del secolo scorso. In aprile di quest’anno è arrivata anche la prima animazione in 3DCG realizzata in Giappone e trasmessa su Netflix.
Come scritto più sopra, il lungometraggio targato Anno e Higuchi dovrebbe uscire nel 2021, sarà interessante vedere come i due giapponesi decideranno di adottare anche per Ultraman la «cura Godzilla», declinare cioè un personaggio nato come paladino della giustizia cosmica ed amato dai bambini, in qualcosa di diverso e capace anche di parlare alla situazione contemporanea.

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