Era dai tempi, gloriosi, dei Blues Brothers che si aspettava qualcuno che andasse in missione per conto di dio. Pur facendo le debite proporzioni Biggio e Mandelli hanno pensato bene di emulare Belushi e Aykroyd. Certo, non c’è il fantastico blues come colonna sonora e non c’è la regia era di un grande come John Landis però alcune idee ci sono. La prima è proprio quella della missione. Minosse non ne può più, i peccatori che arrivano sono per lui non inquadrabili, non sa dove piazzarli nei gironi infernali, hacker, stalker e altre diavolerie (è il caso di dire) non fanno per lui. Il demonio in persona, con una mise in bianco e nero raffinatissima, chiede udienza al padreterno, il quale è oberato perché essendo onnipresente si deve sorbire un’infinità di riunioni in contemporanea, così per sopravvivere allo stress si fa di pillole e alcol. La questione dei peccati contemporanei da classificare viene demandata al parlamentino dei santi. Altra trovata notevole. Padre Pio è sbeffeggiato in quanto si trova lì solo perché fa vendere spropositi di magliette, gli altri litigano come qualsiasi parlamento di questa terra.

 
L’idea giusta viene a sant’Antonio che la racconta a sant’Ambrogio: rimandare Dante sulla terra per aggiornare i peccati e relativi gironi. Ambrogio sbeffeggia Antonio definendo l’idea balorda, poi però la fa sua e con aureola brillante la racconta al boss ottenendo un successo renziano (una volta si diceva bulgaro). Nel frattempo la Madonna è stata sbeffeggiata da Gesù, sempre inchiodato, ma per l’occasione al videogame. Questa la premessa ricca di suggestioni e trovate, non tutte riuscite, ma in grado di mantenere elevata l’allerta ilarità.

 
Eccolo quindi il nostro Dante Alighieri sbarcare in abiti tradizionali rossi, berretta con fascette bianche sopra le orecchie e serto d’alloro (che sembra parodiare i neolaureati dei nostri tempi), e divino linguaggio (questa volta in grado di parodiare con gusto l’originale, altra ideina apprezzabile e meriterebbe trovare da qualche parte le citazioni). Sin qui tutto bene verrebbe da dire perché poi il mosaico spesso è approssimativo: il supermercato, la colazione al bar, il rompiballe inopportuno e il traffico sono banalotti, più efficace il truzzo ricorrente che non articola verbo, ma emette minacciosi suoni gutturali, così come spassosa è la gag della password del wi-fi, uno dei topoi contemporanei in cui tutti siamo andati rovinosamente a sbattere, o ancora i fotografi di disgrazie.

 
Alcune rappresentazioni lasciano affiorare il peggio dei Mostri creati da Risi con la complicità di Tognazzi e Gassman, categoria in cui rientrano i poliziotti allo sbando, prima spudorati nell’attivare la sirena per andare a prendere una bibita, poi mobilitando tutta la stazione per «interrogare» il distributore di bevande che si è schiumato la moneta senza fornire alcunché.

 
Biggio e Mandelli vivono del loro trasformismo e della loro vesatilità, pur avendo Gianmarco Tognazzi (che cita il padre golpista di Vogliamo i colonnelli) e Tea Falco (Cristo) tra i complici chiamati a interpretare, sono loro a indossare i panni più svariati e trasformare in grottesco o in sguaiato tutto quel che toccano. Questa volta però hanno lasciato da parte i tormentoni da caserma. La loro versione della commedia non sarà più divina, ma neppure così solita come vorrebbero farci credere. E tanto per rimanere nell’ambito della commedia se ne avverte di più nei frammenti riusciti di questi idioti che in tante rimasticature del banale che affollano i nostri schermi.

 

 

Ci sarà chi considera il cinema qualcosa di più elaborato e articolato di quanto proposto dal film, che da questo punto di vista non si discosta dalla successione di gag come vengono concepite per la tv, ma forse oggi si tratta di rivedere i parametri che ci hanno sin qui guidato, visto che al cinema ormai non si trovano solo film, ma anche eventi in diretta che pescano in ogni dove o materiali appositamente realizzati (a volte anche con risultati clamorosi, Zanetti in una sera ha racimolato 500mila euro). E se il cinema come lo abbiamo sempre inteso fosse rimasto una delle componenti che vanno a illuminare il grande schermo? Per tacere di quanto cinema passi (solo) in tv.