L’ambasciatore francese è tornato a Roma. Christian Masset era stato richiamato il 7 febbraio, in seguito all’ultimo gesto ostile da parte del governo italiano, l’incontro a Montargis del vice-presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, con una rappresentanza di gilet gialli, avvenuta senza avvertire nessuno a livello ufficiale. “Abbiamo ascoltato rammaricarsi i leader politici che si erano lasciati andare a parole o comportamenti francamente scortesi e inaccettabili” ha affermato la ministra degli Affari europei, Nathalie Loiseau.

La telefonata tra i presidenti Sergio Mattarella e Emmanuel Macron, questa settimana, ha sbloccato la situazione. Ma sul fondo i motivi di tensione restano, anche se Parigi afferma che “ci sono le condizioni per il ritorno” dell’ambasciatore e che Italia e Francia dovranno ritrovare “una cooperazione leale e rispettosa”. In parallelo all’annuncio del ritorno di Masset a Roma, è esplosa la polemica per la registrazione di affermazioni golpiste di Christian Chalençon, il gilet giallo incontrato da Di Maio a Montargis, secondo cui ci sarebbero “paramilitari e militari in pensione pronti a intervenire” a rinforzo del movimento dei gilet gialli in una Francia “sull’orlo della guerra civile”, perché “anche loro vogliono far cadere il governo”. Di Maio è stato costretto a prendere le distanze da Chalençon, che del resto non puo’ più contare sulla lista alle europee, il Ric, che Ingrid Lavavasseur aveva lanciato, senza successo visto che non ha trovato i 79 candidati necessari. Il ministro degli Interni, Christophe Castaner, si è chiesto su Twitter: “una commedia all’italiana o solo un delirio personale?”.

I motivi di tensione tra i due paesi restano. A cominciare dalla confusione attorno al treno Torino-Lione, dopo le conclusioni negative dell’analisi costi-benefici voluta dal governo italiano. “La Francia rispetta la scelta dei partner italiani di prendersi del tempo – ha precisato ieri la ministra dei Trasporti, Elisabeth Borne – ma oggi diciamo chiaramente che c’è bisogno che questa decisione arrivi, in ballo ci sono importanti finanziamenti europei che non possiamo perdere”.

Al Quai d’Orsay ricordano che c’è un trattato internazionale sul Tav tra Francia e Italia e che per annullarlo l’Italia deve “denunciarlo”, nelle regole della diplomazia (denunciare un trattato significa rinnegare la firma del paese, decisione pesante perché rimette in gioco la fiducia internazionale nella parola dell’Italia, con tutte le conseguenze del caso anche economiche, “i governi passano, lo stato resta”, si dice in Francia).

A Parigi, il nunzio apostolico, Luigi Ventura, l’”ambasciatore” del Vaticano di 74 anni, è al centro di un’inchiesta per aggressione sessuale. La vittima è un giovane impiegato amministrativo del comune di Parigi, che ha denunciato un’aggressione in tre tempi – frasi (“sei bello”), carezze non gradite, prima in un corridoio poi nel salone di fronte a testimoni – il giorno della cerimonia degli auguri di buon anno della sindaca, Anne Hidalgo, il 27 gennaio. “No comment” dal Vaticano.