Ci sono sempre i cicli. Ad esempio, più o meno ogni dieci anni i mostri cambiano. Abbiamo avuto i vampiri di Twilight per un bel po’. Poi sono arrivati gli zombie ad invadere la coscienza culturale del mondo con Walking Dead e World War Z e tanti altri film. È stata fatta l’ipotesi che i mostri seguano i cicli dell’economia. In periodi di prosperità economica i vampiri sexy succhiano il sangue; quando c’è la povertà arriva la folla dei morti viventi, puzzolente, terribile, con i vestiti strappati.

Adesso stiamo vivendo un ritorno del serial killer. Abbiamo avuto due ondate precedenti. I slasher – dagli anni 70 agli anni 80 – erano mostri disumani, spesso senza volto o con un’arma molto specifica. La maschera di Jason di Venerdì 13, o Michael Myers in Halloween – La Notte delle streghe John Carpenter, la motosega di Leatherface e le dita di Freddy in Nightmare. I Slasher uccidono decine di giovani in maniera elaborata e sono quasi degli eroi: li chiamiamo per il loro nome di battesimo, come fossero amici nostri.

La seconda ondata è arrivata negli anni 80 e 90: più realistici, spesso ispirati da persone vere, come Henry Pioggia di sangue – che nel titolo originale dichiarava una certa oggettività: Henry Portrait of a Serial Killer. Con Hannibal Lecter del Silenzio degli innocenti, è arrivato il primo Oscar per un serial killer. Dopotutto, lui era il serial killer buono – un cannibale – contro quello cattivo – l’omosessuale. Bret Easton Ellis scrive American Psycho e usa il serial killer come il simbolo estremo di un capitalismo feroce, un materialismo che vede i corpi come oggetti da consumare e buttare. L’ossessione era così forte che i film hanno iniziato a criticare il ruolo dei media ed il pubblico, e quindi arriviamo a Assassini Nati di Oliver Stone e meglio ancora Il cameraman e l’assassino. Negli ultimi anni i serial killer sono rimasti nascosti dentro il piccolo schermo, ma sono diventati sempre più eroi.

Abbiamo così Dexter che dipinge Michael C. Hall come un mostro che ha deciso di uccidere solo i cattivi e lavora persino per la polizia. Hannibal nella versione tv è Mads Mikkelsen, sexy ed affascinante. Il fatto è che il serial killer ha tutti i requisiti di un eroe convenzionale. Usa la violenza senza preoccuparsi delle conseguenze. Se un serial killer viene pagato diventa un Hitman come John Wick o Barry (seconda stagione su Hbo), se lavora per lo stato diventa 007

Il nuovo film di Lars von Trier The House that Jack Built è scioccante in maniera del tutto prevedibile. E adesso Netflix si getta nell’arena con un documentario e un lungometraggio su Ted Bundy, entrambi diretti da Joe Berlinger. Il film con Zac Efron nei panni del killer è già stato visto a Sundance e ha ricevuto molte critiche per una versione di Bundy – che ha ucciso più di trenta donne – troppo sexy. Non dobbiamo dare la colpa alla star di High School Musical – è il nostro fascino per questi mostri che continua a creare gli incubi in cui la nostra fantasia è troppo visibile.