Ci sono alcune buone ragioni, tanto soggettive quanto di contesto, che spingono a guardare con fiducia e speranza all’iniziativa avviata da Anna Falcone e Tomaso Montanari il 18 giugno scorso al teatro Brancaccio di Roma. Soggettive, perché la relazione di Montanari ha rivelato una maturità politica non comune, sia per la profondità dell’analisi storica e attuale, sia per l’equilibrio, la coscienza delle difficoltà, con cui ha prospettato il percorso possibile da sperimentare. Ci sono almeno due punti che vorrei sottolineare – a parte gli elementi programmatici – di quella relazione, che ha messo in equilibrio radicalità di proposta e ancoraggio...